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Gli atleti dei giochi nazionali estivi Special Olympics di Torino: la storia di Margherita

Diario di una passione che non conosce confini

La componente più importante dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics in
programma dal 4 al 9 giugno a Torino, e di tutto il movimento sportivo dedicato a
persone con disabilità intellettiva, è sicuramente quella rappresentata dagli atleti. Nel
capoluogo piemontese, in particolare, ce n’è una che ha legato il proprio percorso al nuoto
in una passione che non conosce confini: stiamo parlando della 19enne Margherita
Malisani, portacolori del Pandha Torino.

La storia di Margherita con il nuoto è iniziata durante i primi anni di età, dalle prime
bracciate fino ad arrivare alle gare ufficiali Special Olympics in giro per l’Italia: «Margherita –
racconta Lucia Ferrero, che oltre a essere sua mamma è anche la Vice-Presidente della
società guidata da Luciano Conte – ha iniziato a fare nuoto da piccola, più precisamente in
1° elementare, accompagnata da me in diverse piscine torinesi partendo dai corsi di
acquaticità. Avendo dimostrato fin da subito una buona predisposizione, a un certo punto ho
desiderato che imparasse a nuotare veramente e così, poco alla volta, è riuscita ad
apprendere tutti gli stili: 5 anni fa, tramite un’amica, siamo venute a conoscenza del mondo
Pandha e grazie a loro le capacità natatorie si sono ulteriormente affinate; con grande
sorpresa di tutta la famiglia, Margherita sta ottenendo buonissimi risultati».

L’influenza positiva dell’attività sportiva sul benessere della persona è dimostrata dai
progressi ottenuti da Margherita dal punto di vista dell’autonomia: «A spiccare
maggiormente – prosegue Ferrero – è il suo desiderio di emergere e la sua eccitazione nel
poter competere in gara con i suoi compagni: questo l’ha sicuramente aiutata ad
autodeterminarsi, a misurare le proprie capacità, ad accettare le sconfitte e a gioire
tantissimo per le vittorie. Allo stesso tempo, con i miei occhi di madre e di spettatrice ho
avuto modo di osservare e comprendere le potenzialità dello sport non solo nell’unire le
persone ma anche nel dare la possibilità a ragazzi con disabilità intellettiva di vivere appieno
una parte di vita che spesso gli viene negata: il tempo trascorso lontano dalla famiglia per

gli allenamenti, le gare e le trasferte aiutano anche ad acquisire quell’autonomia non sempre
concessa per paura o per troppo amore».

Un ultimo, grande tassello è quello rappresentato dalle relazioni: «Durante questi anni –
conclude – sono nati rapporti di amicizia saldi e duraturi con tutti i ragazzi e le ragazze di
Pandha, in grado di andare oltre lo sport nonostante le differenze di età e non solo. Il
confronto giornaliero con molti tecnici e accompagnatori suoi coetanei, inoltre, ha fatto sì
che i rapporti potessero essere alla pari e che nascessero delle belle amicizie anche con loro.
Margherita al momento frequenta il 4° anno delle superiori indirizzo servizi socio-sanitari e lo
sport, in generale, le ha permesso di mettersi in gioco con le proprie forze alzando il suo
livello di autostima e concentrazione. Quello che ammiro di più, in lei e nei suoi compagni, è
la costanza nell’impegnarsi al massimo: vedere la loro felicità alla ripresa dopo la pandemia
dimostra la fondamentale importanza di questa preziosa risorsa».

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