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I 90 secondi che hanno ridato il sorriso ai sogni spezzati di Katelyn Ohashi 

I 90 secondi che hanno ridato il sorriso ai sogni spezzati di Katelyn Ohashi 

Tredici milioni di clic. Più del fatidico 10 dei giudici, più degli applausi della sua università, la famosa Ucla, colma di allenatori, compagni, colleghi e tecnici. Katelyn Ohashi è andata ben oltre il pubblico della Arena di Anaheim e del campionato NCAA, per il Collegiate Challenge.

In un minuto e trenta secondi, con una prestazione sublime al corpo libero, la graziosa 21enne ha conquistato lo strabiliante bonus del web. Ha ricreato l’elettrica magia del mitico “Flash Dance” con Jennifer Beals, volando oltre le leggi di gravità, fermandosi nell’aria, assolutamente padrona della situazione e dell’attenzione generale.

Il video è diventato virale per la bellezza e la leggiadria dell’esercizio, e per il collegamento di quel viso felice con una storia che felice non era: quella di una campionessa che, ad agosto, raccontava della rinuncia ai sogni olimpici di anni fa, dopo che lo sport l’aveva lasciata “spezzata”.

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I suoi sogni spezzati, gli infortuni e gli incidenti

Non tutte le promesse diventano realtà, anche quelle sportive. Per via degli infortuni e di incidenti di percorso ancor più subdoli e arcigni, come le motivazioni e la forza di rinunciare alla vita per dedicarsi anima e corpo ai Giochi. Com’è stato il caso di Katelyn, che, pur esaltata dagli insegnamenti di Valeri Liukin (coach e papà dell’olimpionica Nastia Liukin), non se l’è sentita di sacrificare amici e famiglia sull’altare dei cinque cerchi, peraltro senza la certezza di portare a casa l’unica medaglia che potesse compensare simili rinunce: quella d’oro.

E così, complice una brutta caduta con frattura dello sterno e una delicata ripresa delle gare, ha abbandonato i sogni di gloria e si è dedicata alla competizione del college, dove, l’anno scorso, la sua esecuzione al corpo libero sulle note di Michael Jackson aveva fissato a 4 milioni le visualizzazioni su YouTube. Tanto da stimolare la scommessa di coach Valorie Kondos Field al Los Angeles Times: “Come si potrà mai superare quel record?”.

La risposta è arrivata sabato, all’alba del nuovo anno, sotto forma di una routine incredibilmente impegnativa impostata su un medley strumentale di classici R & B e hit pop, tra cui “Settembre” di Earth, Wind & Fire, “Voglio che torni indietro” di Jackson 5 e “Come mi fai sentire” di Michael Jackson. “L’intero programma è estremamente difficile, in ogni singolo passaggio, per non parlare della spaccata all’indietro”, ha commentato Kondos Field sul Daily Bruin, il giornale interno dell’UCLA, che ha riassunto gli entusiastici commenti dell’universo Ncaa. Ma, soprattutto, ha salutato la intima gioia che scaturiva da ogni movimento e dai continui sorrisi della ragazza, una sensazione davvero contagiosa, che ha causato l’insolita rincorsa alla visione sul web.

“I was broken”

Nata a Seattle, la Ohashi ha trascorso quattro anni nella nazionale giovanile Usa, nel 2011 ha vinto i campionati giovanili Usa, nel 2013 ha vinto la American Cup, superando la compagna di squadra, la famosa Simone Biles, che sarebbe poi diventata quattro volte campionessa olimpica.

Ma, ad agosto, in un toccante video di Players Tribune, dall’eloquente titolo “I Was Broken” (Ero distrutta), l’atleta hs raccontato i dettagli della sua esperienza. “C’è stato un momento in cui ero in cima al mondo, da speranza olimpica, ero imbattibile finché non lo sono più stata”, ha raccontato, entrando nelle pieghe della intensa pressione da sostenere quando si gareggia al massimo livello.

“I tifosi mi dicevano che non ero abbastanza brava, ero costantemente stressata per quello che mangiavo e ho cominciato a sentirmi definire un uccello che non poteva volare”.

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La situazione era diventata insostenibile, come si vedeva anche dalla faccia triste della ragazza nel rivelare di aver gareggiato persino con una micro frattura alla schiena e le due spalle a pezzi. Una situazione che si è risolta solo con la rinuncia a diventare un’atleta di primo livello.

“Finalmente, ho spiegato al mio coach e all’università che avevo scelto di seguire un altro obiettivo e sono stata in grado di ritrovare questa felicità che non vivevo da tanto tempo. Una sensazione che non può venire dal podio con le medaglie ma dal sorridere davvero felice con me stessa”.

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