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Lewis Hamilton
Eureka, anche i supermen della Formula 1 possono mangiare. Una volta guardavano alla bilancia per entrare nelle strette monoposto, poi hanno guardato alla diavoleria più odiata dai golosi perché dovevano rientrare nei canoni di peso dell’auto, i fatidici 733 chili complessivi, pilota compreso, finalmente, ora che la soglia totale è salita a quota 743, sorridono per la prima volta come noi umani nel giorno libero dalla dieta.
Mai come oggi pesantezza equivale a leggerezza: le nuove regole della FIA, hanno alzato a 80 chili la spia della bilancia personale dell’atleta, peso che viene separato da quello dell’auto e che comprende sedile ed equipaggiamento. Nel rispetto dei guidatori più alti, che siano soprattutto più forti e meno sofferenti nella continua, doppia, sala peso, cui sono sottoposti in gara, per dominare di braccia, di gambe, di fisico, mostri di potenza a 300 all’ora, con cavalli molto ma molto più forti di quelli indomabili di un rodeo.
Perché i piloti dovevano pesare poco
Il peso della testa con il casco arriva a 7 chilogrammi. I nuovi pneumatici, le nuove auto, la forza centrifuga sempre più spinta, hanno aumentato il carico sul collo del 20-25% rispetto a due anni fa. In curva, i picchi laterali sono saliti a 5,75G (quasi 6 volte la forza di gravità), portando il carico complessivo a circa 34 kg sulla testa del pilota, con una spinta laterale che arriva anche a 400 e si rinnova a ogni curva veloce.
Con l’obbligo di mantenere la testa eretta e non curvare subendo verso l’esterno la forza centrifuga, pena la perdita della traiettoria perfetta e uno-due centesimi di secondo. Briciole che, nell’arco di un giro, possono tradursi in uno-due decimi. Troppo. Perciò, braccia e collo vengono allenati specificatamente dagli atleti in palestra con una iper-muscolazione. Come anche le gambe che, in frenata, sostengono spinte fino a 200 chili.
Ma come fa un atleta di 65 chili a sostenere tutto ciò? Dagli anni ’90 ha sofferto come un pugile o un lottatore costretti a rientrare nel peso della categoria. Ecco perché, nel cancellare finalmente i sacrifici di una vita, l’italo-australiano Daniel Ricciardo, esulta: “Potremo tutti apprezzare un po’ di più il cibo. Non mi lamento, ma molti di noi tendevano a morire di fame nei weekend di gara. E anche in allenamento non potevamo darci davvero dentro con la potenza perché saremmo aumentati troppo di peso. Adesso, allenarci più forte, e mangiar di più. Non significa che ci ingozzeremo di birra, ma che potremo diventare più forti”.
Hamilton è già ingrassato cinque chili
E con lui tanti altri, da Max Verstappen a Daniil Kvyat, da Romain Grosjean a Carlos Sainz, al cinque volte campione del mondo, Lewis Hamilton. Che è ingrassato di cinque chili e può finalmente sforare la ferrea dieta vegetariana: “Il mio peso ideale era leggermente superiore di quello che avevo in gara, e ogni anno, soprattutto i più alti, dovevano sopportare una pressione superiore per diventare più magri, a discapito della salute. E’ positivo che la regola sia cambiata, cosicché posso mangiare meglio e diventare più pesante e più forte. Mantenendo le mie caratteristiche di reattività”.
Col suo 1.84 per 78 chili, Nico Hulkenberg, “The Hulk”, è uno dei piloti più alti e pesanti del circuito ed è strafelice perché si sentiva sfavorito rispetto ai colleghi più piccoli e leggeri che potevano aggiungere più zavorra all’auto e quindi bilanciarla meglio. Come il russo Daniil Kvyat, il più leggero della compagnia coi suoi 58 chili per 1.75 d’altezza. L’eventuale zavorra per compensare il minor peso del pilota potrà essere montata solo esclusivamente appena sotto il suo sedile o nelle immediate vicinanze, per impedire che si torni al pilota sotto peso e all’aiutino per bilanciamento e assetto.
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