TORINO – Se per caso a qualcuno fosse sorto il dubbio, meglio cancellarlo in un amen: la Juventus è contentissima di aver investito 93 milioni e spiccioli (più bonus, in un caso) per la coppia dei difensori centrali del prossimo decennio, vale a dire Matthijs de Ligt e Merih Demiral. Saranno loro a prendere il posto di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci a gioco lungo, quando i due senatori decideranno di smettere. Ma nel mercato succede che anche una semplice chiacchierata a fini esplorativi sia un indizio che può condurre all’apertura di una nuova pista, oppure a un puro sondaggio privo di sbocchi. Ecco perché la sfida di sabato sera al Bentegodi tra il Verona e i bianconeri assume una valenza che va oltre l’aspetto sportivo. E quello di Matteo Lovato è tutto tranne che un nome gettato a caso nel calderone degli affari, tanto che il classe 2000 è stato più volte accostato non solo alla Juve, ma timidamente anche al Milan.
Lovato già garantisce una plusvalenza
A proposito di difensori centrali, il ragazzino cresciuto tra Padova e Genoa è stato oggetto di un fugace pour parler tra i dirigenti del Verona e quelli di club di alto lignaggio, pur senza sviluppi ulteriori. Ivan Juric ha messo Lovato in naftalina dopo un buon avvio di stagione e aspettando che il giocatore torni nel cuore dei pensieri del croato (c’è stato un tempo in cui Juric disse che il giovanotto s’era fatto distrarre dalle troppe voci di mercato) è certo che al termine della stagione il difensore, nel giro anche dell’Under 21, rischi di lasciare i gialloblù garantendo eventualmente una buona plusvalenza (valutazione attuale intorno ai 7 milioni, ne è costato uno) dopo quelle assicurate nella scorsa sessione dalle cessioni di Kumbulla, Amrabat e Rrahmani. Stesso discorso per il ceco Antonin Barak, non ancora di proprietà del Verona in quanto l’obbligo di riscatto (costo: 6 milioni) del cartellino dall’Udinese non scatterà prima del gong della stagione, ma è come se lo fosse.
Fonte tuttosport.com