Ha appena festeggiato il 33esimo compleanno Kilian Jornet, nato in un rifugio sui Pirenei, lassù a 2000 metri d’altitudine, da genitori molto appassionati di sport e di montagna al punto che persino le vacanze sono sempre state svolte sempre e solo in montagna. All’età di 13 anni, Kilian inizia a partecipare alle gare di scialpinismo e inizia a correre d’estate per poter preparare la stagione invernale.
Un palmarès straordinario, quello di Kilian, un vero mito nel mondo dello skyrunning, le corse estreme in alta montagna. Vanta diversi titoli di Campione del Mondo: Skyrunning Kilometro verticale nel 2014, di Buff Skyrunner World Series 2007, 2008, 2009, 2012, 2013, 2014, 2018, Skyrunner World Series Ultra 2010, 2014, Skyrunning 2010 (Giir di Mont), 2014 (Mont-Blanc Marathon) e diverse vittorie alla mitica Ultra Trail Monte Bianco. Oltre a questi titoli, Kilian ha anche battuto diversi record, quello del percorso GR 20 in Corsica, considerato la via più dura sulla lunga distanza in Europa, con circa 200 km e 12.000 metri di dislivello cumulativo, della Transvulcania Ultramaratón, del Tahoe Rim Trail in Sierra Nevada, della traversata dei Pirenei, di salita e discesa del Kilimanjaro e del Monte Olimpo e tanto altro ancora.
VERSO L’ASFALTO – Forse il mondo del trail non può regalare nuove soddisfazioni, o forse il mondo della corsa su strada è più ricco e può offrire maggiori opportunità in termini di ingaggio o, semplicemente, Kilian aveva voglia di fare un nuovo gioco, magari quello di prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo 2020 rimandate ad agosto 2021, cimentandosi sulla distanza regina, sua maestà ‘la maratona’.
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Nel mondo del running la leggenda Kilian ha sempre ricevuto attenzione in merito alla possibilità che corresse una maratona e su quale sarebbe stato il risultato. Nel breve, a stuzzicare la community dei runner, moltissimi suoi post che riportavano allenamenti massacranti come combinati trail e asfalto, in pratica da dislivelli montani, dai sentieri ripidi ed angusti alla piattezza di una corsa in pianura e sul bitume. Kilian si è cimentato in questo strano 2020 su distanze mai affrontate prima, e ancora, in pieno lock-down, 20 km corsi su tapis-roulant in 1 ora netta, poi 212 giri di pista di atletica a 4’13”/km di media (84,8km) ed infine, pochi giorni fa ha corso la prima vera gara piatta della vita, la Hytteplanmila, in Norvegia, chiudendo la sua prima 10 km su strada in 29’59’’. Qualcuno è anche rimasto deluso, i suoi tifosi affermavano che sarebbe andato sotto i 29’ minuti. Sembra proprio che si stia preparando per correre una maratona, forse la 40a Maratón Valencia Trinidad Alfonso, in calendario il 6 dicembre, oppure la Zurich Marathon Malaga, prevista per il 13 dicembre, entrambe in edizione speciale élite only, ma ancora vere conferme non ce ne sono.
INFORTUNI – Non mancano i problemi, qualche giorno fa aveva dichiarato che l’8 novembre avrebbe voluto attaccare il record mondiale di ‘24 ore su pista’ detenuto dalla leggenda greca Yiannis Kouros con 303 chilometri e 506 metri. Tuttavia, dopo la Hytteplanmila, Kilian ha accusato un infortunio tra il polpaccio e la tibia ed è attualmente a riposo, salvo sciare. Insomma, sembra stia bene solo tra le sue montagne: “Non sono abituato agli infortuni muscolari. Tutto quello che ho avuto negli ultimi 15 anni è stato legato ad incidenti (soprattutto sciando) ma ho potuto contare sulle dita i giorni in cui il mio allenamento ha subito una modifica a causa di dolori muscolari e articolari. Quest’anno con il cambiamento del tipo di allenamento è stato l’opposto. Ho imparato che il mio corpo era molto ben adattato a un tipo di allenamento, ma che un grande cambiamento nei metodi di allenamento richiede lunghi periodi di adattamento“, ha spiegato lo stesso Kilian con un post sulla sua pagina Instagram.
A chi lo segue e vorrebbe vederlo cimentarsi in maratona toccherà attendere ancora un po’, nel frattempo possono continuare le scommesse.
Fonte tuttosport.com