LONDRA – E’ stato un grande in campo, sta dimostrando di esserlo anche fuori. L’ex nazionale inglese Gary Lineker ha accettato di ospitare nella sua residenza nel Surrey, sud di Londra, alcuni migranti richiedenti asilo nel Regno Unito. Lineker, che è anche un apprezzato commentatore tv, ha spiegato i motivi della sua scelta in una intervista al Mirror: “La maggior parte delle cose che consideriamo tipicamente britanniche sono state spesso portate da altri posti. Anche San Giorgio è turco. Penso solo che dobbiamo molto ai rifugiati, e la maggior parte delle persone discende da rifugiati ad un certo punto – continua Lineker -. Hanno dato così tanto a questo paese e continuano a farlo in termini di lavoro, a cui abbiamo assistito durante la pandemia. Assistenti e lavoratori chiave”.
L’ex calciatore inglese ha spesso preso posizioni su temi importanti, come quando ha iniziato a esprimere le sue opinioni sulla Brexit, a cui non era favorevole, aveva ricevuto numerosi attacchi on line. “Si tratta di stare dalla parte giusta da soli. È difficile far cambiare idea alle persone, principalmente perché siamo diventati così tribali su qualsiasi problema e penso che sia forse esacerbato dai social media. Non voglio predicare alle persone e dire loro cosa fare. Tutto quello che puoi fare è concentrarti su ciò che credi sia giusto e partire da lì”, spiega ancora al tabloid.
La sua campagna in favore dei rifugiati è iniziata dopo la scomparsa di un ragazzo siriano, Alan Kurdi, annegato al largo della Grecia nel 2015. E la recente morte nella Manica di un uomo sudanese ha rafforzato la sua determinazione a sollevare la situazione. “È stato vedere le immagini di quello che stava succedendo quando erano sulle barche, vedere le famiglie che morivano, mi ha semplicemente colpito perché è così intollerabilmente triste”.
“Pensavo solo che stessimo andando contro di loro con le prime pagine con tutta questa propaganda anti-rifugiati e ho pensato, mettiti nei loro panni”, ha spiegato ancora al Mirror. E non ha mancato di complimentarsi con il giocatore del Manchester United, Marcus Rashford, per il suo aiuto nei confronti dei poveri e dei bambini meno fortunati, e con Raheem Sterling, del Manchester City, che invece ha parlato pubblicamente contro il razzismo.
Fonte www.repubblica.it