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Inter, Conte: “Contento di affrontare Inzaghi. E’ malato di calcio come me”

MILANO – Dopo la vittoria in rimonta contro la Fiorentina a San Siro, l’Inter domani volerà a Benevento, per il recupero della prima giornata di campionato contro la squadra di Pippo Inzaghi. L’allenatore nerazzurro Antonio Conte presenta la partita, rispondendo alle domande dei cronisti.
 
Il Benevento, come l’Inter, è reduce da una vittoria importante in rimonta. Che partita si aspetta?
“Ci aspettiamo sicuramente una partita tosta. Il Benevento lo scorso anno ha fatto un campionato importante in Serie B, vincendo con tante giornate di anticipo. Hanno un allenatore che è stato mio compagno di squadra. Sono contento per Pippo Inzaghi, per quello che ha fatto lo scorso anno e per quello che ha fatto all’inizio di questa stagione. Hanno dimostrato carattere contro la Sampdoria. Perdere dopo 20 minuti due a zero ti può portare a mollare. Invece hanno tenuto botta e hanno vinto meritando”.

Si è parlato tanto della rosa dell’Inter. Senza fare paragoni con altri, sente di avere in mano la squadra giusta, in base alla sua idea di Inter?
“Sono andati via alcuni giocatori, altri sono arrivati, altri ancora sono tornati dai prestiti. Erano calciatori nostri. Numericamente a centrocampo lo scorso anno abbiamo avuto tanti infortuni. Penso a Sensi. Ma si sono fermati anche Barella e Gagliardini. Numericamente oggi siamo più prudenti a centrocampo. Questo penso sia importante, nel momento in cui si affronta una stagione anomala. Abbiamo giocato moltissime gare e ci apprestiamo a farne altrettante. Non abbiamo nemmeno un infortunato e ci auguriamo che questo possa continuare. Mi auguro che ci sia migliore fortuna rispetto al passato”.

Secondo lei le cinque sostituzioni favoriscono i grandi club?
“Le mie parole vengono spesso strumentalizzate, non voglio commentare. Ci sono persone che decidono queste cose, noi allenatori ci dobbiamo adeguare”.
Il mercato è ancora aperto. Al di là delle trattative, immagini fra una settimana un’Inter con diversi cambi rispetto a oggi?
“Penso che di mercato debbano essere i dirigenti a parlare. Per quel che riguarda me, come tutti gli allenatori, non vedo l’ora che questo periodo finisca. Con il mercato aperto, vera o false che siano, le voci possono togliere serenità ai giocatori. Non vedo l’ora di avere una rosa ben definita. Ci sarà più serenità. I nostri dirigenti stanno cercando di fare il loro lavoro nel migliore dei modi”.
Si aspetta che Nainggolan sarà ancora un giocatore dell’Inter? E cosa si aspetta da lui?
“Del mercato, delle entrate e delle uscite si occupano i dirigenti, e sono loro a doverne parlare. Non trovo corretto parlare dei singoli giocatori. Chiedete a chi opera sul mercato”.
Dopo la partita con la Fiorentina, lei si è detto contento della fase offensiva, meno dell’equilibrio in difesa. Questo è dovuto alle assenze o al fatto che devi ancora mettere a punto la squadra?
“A me la partita è piaciuta molto. In Inghilterra si dice enjoy. Da allenatore mi sono goduto la gara sotto tutti i punti di vista. Abbiamo giocato un bel calcio offensivo, e aggressivo in fase di non possesso della palla. Quando abbiamo preso gol, a volte ci siamo fatti trovare non equilibrati. Questo non dipende in particolare né dai difensori centrali né dai centrocampisti. Sappiamo che dobbiamo attaccare e difendere con un certo numero di calciatori. Più creiamo alternative di gioco e più saremo imprevedibili. Non dipende dai singoli giocatori in campo, ma dall’atteggiamento. A me la partita è piaciuta, ripeto, ma dobbiamo migliorare. In questo fine settimana hanno perso sia il Manchester City sia il Bayern Monaco. Se attacchi, rischi sempre qualcosa in più. Segnare tanti gol fa piacere, ma dobbiamo migliorare l’equilibrio”.
È la prima sfida fra lei e Pippo Inzaghi. Che effetto le fa? E si aspettava da lui questi risultati?
“Abbiamo giocato insieme sia nella Juventus sia in Nazionale. Abbiamo condiviso per anni emozione. È passionale, malato come me per il calcio. Un ragazzo che studia calcio. Sono contento di conoscerlo. Ero sicuro che avrebbe fatto bene. Ha fatto bene”.
Lei ha giocato sia con il centrocampo a tre con un vertice basso, sia con il trequartista. Quale tipo di modulo adotterà quest’anno?
“Alterneremo le due impostazioni, avendo giocatori con caratteristiche che si prestano a entrambi i moduli. Siamo la squadra che ha segnato più reti dopo l’Atalanta. Fra tutte le competizioni abbiamo fatto più di 111 gol in stagione. Questo dimostra che la squadra è a trazione offensiva. Possiamo giocare con i due moduli. Non so quante squadre al mondo giochino con il trequartista, due punte e due ali. Questo porta tanti vantaggi, porta a segnare molto. Ma bisogna essere bravi quando si perde palla a non farsi trovare scoperti. Quello che abbiamo fatto nel finale con la Fiorentina può essere un’opzione a partita in corso. Anche se significa segare tanti giocatori che abbiamo in rosa”.
 
 Fonte www.repubblica.it

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