DÜSSELDORF – Antonio Conte parla alla vigilia della semifinale di Europa League alla Merkur-Spiel Arena di Düsseldorf: lunedì sera la sua Inter affronta gli ucraini dello Shakhtar. E domenica allenatore e squadra hanno ricevuto, in Germania, la visita del presidente Steven Zhang, per la prima volta in Europa dopo il lockdown. “Vedere il presidente fa piacere sia a me sia ai giocatori, la sua presenza è sempre un valore aggiunto per tutta la squadra”.
Conte, com’è cambiato lo Shakhtar passando da Fonseca a Castro?
“Non molto. Rimane una squadra piena di talenti al di là del cambio di tecnico, perché la struttura della società ha saputo mantenere il livello alto. Ricordo quando li affrontai in Champions League con la Juventus, quando noi e loro e loro eliminammo ai gironi i campioni in carica del Chelsea. Anche allora c’erano giocatori che magari non erano conosciuti ma erano di indubbio livello, come Fernandinho, Willian, Douglas Costa, Alex Texeira, Mkhitaryan, Luiz Adriano, Srna e lo stesso Pyatov che ritroveremo adesso: è la dimostrazione del fatto che i giocatori forti li hanno sempre avuti e continuano ad averli. Complimenti a loro”.
Che tipo di tattica si aspetta dallo Shakhtar?
“Giocherà secondo le sue caratteristiche, alternando fasi di pressione alta a fasi di pressione bassa per trovare gli spazi per ripartire. Loro hanno una propria identità e hanno raggiunto un livello di tutto rispetto. Castro è riuscito a convincere tutti i giocatori di talento a lavorare per la squadra e gli vanno fatti i complimenti: avere giocatori con questa qualità così attenti alla fase difensiva è la dimostrazione che ha saputo fare un buon lavoro”.
Ha paura di qualcosa?
“La parola paura non fa parte del mio vocabolario e non voglio che faccia parte neanche di quello dei miei giocatori. Abbiamo rispetto per una squadra che si è affermata negli anni: ci siamo preparati bene perché affrontiamo l’avversario più forte del nostro percorso in Europa League. Vogliamo dimostrare che siamo in semifinale per un motivo e vogliamo arrivare in finale”.
Sente il peso della responsabilità per essere rimasto l’ultimo club a rappresentare il calcio italiano?
“Non ci consideriamo i salvatori della patria, abbiamo fatto il nostro cammino senza guardare gli altri né pensare a cosa facessero. Noi abbiamo onorato ogni competizione arrivando a giocarcela fino in fondo, l’unico obiettivo è quello di quello di migliorare noi stessi”.
Sente di aver il bisogno del riconoscimento di un trofeo internazionale, visto che a livello europeo non ha mai vinto nulla?
“Se dovesse arrivare un successo sarei contento per il club, non per me stesso. Io lavoro per arricchire non la mia bacheca personale, ma quella del club che decide di assumermi”.
È vero che siete sulle tracce di un giocatore della Dinamo Kiev?
“In questo momento è inopportuno parlare di mercato, ci stiamo giocando il finale di stagione e posso solo ringraziare i miei calciatori per quello che hanno fatto durante anche dopo il lockdown: sono stati encomiabili sotto tutti i punti di vista. Quindi su questa domanda glisso educatamente”.
Quanto vi mancherà Sanchez domani sera?
“Alexis è stato fuori per i trequarti della stagione e oggi ci stiamo accorgendo che tipo di arma ci sia mancata. Per noi è un elemento fondamentale. Dovremo chiedere un maggiore sacrificio alle punte, poi come alternativa c’è Esposito. Oppure ci inventeremo qualcosa che abbiamo già provato”.
Fonte www.repubblica.it