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Joao Pedro: “Juve, mio figlio mi ha detto come esultare”

TORINO –  Joao Pedro, i suoi 5 gol nelle ultime 5 partite sono la fotografia di un 2020 da urlo: cosa è scattato?
«Due anni fa mi sono detto che era arrivato il momento di fare di più, che dovevo alzare il mio livello. Da una parte sono maturato e cresciuto come uomo, dall’altra abbiamo costruito una squadra che ha tanta forza e qualità. Le due cose, unite, hanno prodotto questo risultato. Si può aggiungere ancora qualcosa, ma ora ho finalmente acquisito la mentalità giusta: so che, anche se è sempre difficile, posso fare la differenza a certi livelli, dove la concorrenza è molto grande. Ma so pure che nel calcio tutto è un attimo».

Nessun brasiliano ha segnato quanto lei nell’anno solare: il Mondiale è un sogno o un obiettivo?
«Alla Seleção non ho mai pensato tanto e il mio atteggiamento non è cambiato nonostante tutti quei gol. Devo pensare solo a mantenere la continuità a questo livello e poi, magari, arriverà il momento di volare alto»

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Chi deve ringraziare per essere diventato Joao Pedro?
«Innanzitutto mio padre, che mi ha preparato a tante cose che mi sarebbero accadute. Nel mondo del calcio ho cercato di rubare qualcosa a tutti gli allenatori che ho avuto».

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A Cagliari solo Gigi Riva ha segnato più gol di lei in campionato: che effetto fa?
«Appena ho raccontato a mio padre che sarei andato a Cagliari, mi ha parlato subito di Riva: lui è un mito per il calcio in Italia ed essere lì dopo di lui è una sensazione meravigliosa».

Cosa è cambiato con l’arrivo di Di Francesco?
«Pratica un calcio moderno, intelligente, vede le cose prima che succedano, per indole vuole vincere sempre, in più mi ha capito subito. E, quando c’è questa intesa, poi le cose non possono che andare bene».

Suo figlio André ha già scelto l’esultanza nel caso segnasse alla Juve?
«Sì, sì… me l’ha detta subito. Però una sorpresa, ma sonoconvinto che piacerà, se faccio gol»

La Juve ha vinto gli ultimi nove campionati, qual è la differenza che esprimono rispetto alle altre?
«Beh, hanno giocatori forti e su questo credo non ci sia nessun dubbio. Poi è una questione di mentalità: loro, nei momenti di difficoltà, sanno essere più forti degli altri. Quando sei abituato a vincere, parti già a tuo vantaggio sulla concorrenza». […]

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Fonte tuttosport.com

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