TORINO – Con sei ragazzi sotto i 22 anni mandati in campo e la qualificazione decisa dal ventunenne Hamza Rafia, il primo tunisino a giocare e segnare nella Juventus, Pirlo porta a casa i quarti di finale di Coppa Italia con mezzora di supplementari che avrebbe volentieri evitato, ma anche qualche sprazzo godibile e qualche spunto intrigante. Proprio come l’Inter e il Milan, anche la Juventus ha bisogno di 120 minuti per superare un Genoa, altrettanto ringiovanito da Ballardini, ma certamente più solido e cattivo dei bianconeri, leggeri in pensieri, opere e soprattutto omissioni.
Juve Fizz
Per un’ora si vede una Juventus effervescente, curiosa e divertente, trascinata da un Kulusevski elettrico che illumina Morata, segna e fa segnare. Poi ci prende troppo gusto, si sente troppo sicura e si innesca una sorta di modalità calcetto fra amici, salta l’idea di gioco veloce e verticale, Arthur (ma non solo lui) porta palla, Morata pecca d’egoismo, cala la tensione agonistica, così il Genoa trova il gol del pareggio e quello che poteva essere un allenamento produttivo diventa una faticosa sofferenza con supplementari compresi nel prezzo, alla quale è costretto a partecipare anche Cristiano Ronaldo.
I gol di Juve e Genoa
Pronti via, al 2′ segna Kulusevski. Imbucata centrale di Chiellini per Kulusevski che si libera in area con un controllo a seguire e poi supera Paleari con una precisa conclusione rasoterra. Venti minuti dopo il 2-0: di Morata. Kulusevski imbuca di prima intenzione per Morata, che entra in area di rigore e sigla il raddoppio con un preciso rasoterra indirizzato sul primo palo. Sul 2-0 c’è la prima botta di relax bianconero e al 28′ il Genoa segna il 2-1 con Czyborra. Traversone di Goldaniga che pesca sul secondo palo Czyborra bravo nel sorprendere Wesley e realizzare di testa nonostante la deviazione di Buffon. E poi nella ripresa da spiaggia dei ragazzi di Pirlo arriva, dopo una traversa di Pjaca, il gol di Melegoni per il 2-2. Cross in area di Ghiglione non impattato da Pjaca. Pallone buono per Melegoni che controlla al limite dell’area e lascia partire un destro a giro sul secondo palo che supera Buffon e vale il pareggio.
CR7 esemplare
Mancano 15′ alla fine e, a quel punto, la Juventus torna a fare sul serio: Pirlo manda in campo anche Ronaldo e nel finale i bianconeri sfiorano due volte il gol che eviterebbe i supplementari. Ma alla fine è necessaria mezzora in più di sofferenza, con il gol di Rafia al 104′: Morata arriva sul fondo e mette palla al centro per Rafia che prima manca la deviazione ma poi in seconda battuta batte Paleari nonostante la doppia deviazione di Bani e Lerager. Nel finale Ronaldo trova il modo di arrabbiarsi per un paio di palloni che potrebbero arrivargli meglio: in una partita nella quale i giovani si deconcentrano, è micidiale l’esempio del cinque volte Pallone d’Oro, che non disdegna neanche un ottavo di finale di Coppa Italia a -2.
Juve-Genoa 2-2 (3-2 d.t.s.), il tabellino
Tutti i giovani di Pirlo
Al di là del risultato e delle distrazioni del secondo tempo, che lo hanno fatto letteralmente infuriare, Pirlo porta a casa rassicuranti conferme e interessanti indicazioni. Kulusevski è entrato in forma nel momento più utile, cioè quando manca Dybala e lui ne dovrà fare le veci. Dragusin è un centrale credibile, magari non ancora per fermare Lukaku a San Siro, ma in grado di dare respiro ai titolare. Morata ha macinato i minuti necessari a riprendere confidenza con il ritmo gara. Chiellini c’è (e sarà lui a occuparsi di Lukaku fra qualche giorno). Wesley è un ventenne da rivedere: distratto sul primo gol del Genoa, ma intraprendente e tecnico in fase di costruzione. Per una gelida notte d’inverno non è poco, anche se Pirlo avrebbe preferito meno.
Fonte tuttosport.com