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Juve, il problema è nella testa: ecco cosa manca

TORINO – Era il filotto di partite indicato da Andrea Pirlo come primo step nella verifica di crescita della Juventus: 10 gare per capire. L’ultima ha sollevato una serie di dubbi non preventivati. Perché il 3-0 incassato in casa dalla Fiorentina non solo ha chiuso in maniera balorda il 2020 della Juventus, non solo ha significato la prima sconfitta in campionato, non solo è arrivato dopo 7 vittorie e 2 pareggi, ma anche ha posto quesiti sulla stabilità della squadra. Mentale, soprattutto. Appare poco giustificabile passare dal pareggio ad alto tasso agonistico con l’Atalanta e dal 4-0 di Parma al poco o nulla di martedì sera. Certo, c’è stata la serata poco felice di Federico La Penna, la forza dei grandi club è però saper andare oltre la prestazione degli arbitri e non cercare alibi. Come fatto da Pirlo a fine gara: «Approccio sbagliato e molle fin dai primi passaggi».

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Ecco, la spiegazione è (forse) qui. Perché i bianconeri sapevano benissimo quale sarebbe stato l’atteggiamento della Fiorentina: accortezza difensiva e ricerca delle ripartenze. L’1-0 ospite è arrivato così, con la verticalizzazione di Ribery per Vlahovic, andato a prendere in velocità la coppia De Ligt-Bonucci dopo solo 3.’ Un refrain di quanto visto nel derby, solo che in quella occasione i bianconeri erano riusciti a rimontare andando a vincere con Bonucci a un minuto dal 90.’ 

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Fonte tuttosport.com

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