Oltre l’ansia da Covid, oltre i patemi da ritardo eccessivo in classifica, oltre qualsiasi ipotesi di rassegnazione e consegna anticipata delle chiavi dello scudetto. La Juventus scambia San Siro per il Camp Nou e bissa la straordinaria prova di un mese fa a Barcellona in Champions con una prova di enorme generosità e applicazione, dimostrando che tra i bianconeri e il Milan non ci sono dieci punti di differenza. Poi nel calcio esistono anche i solisti e quelli la rosa juventina ne ha in abbondanza. Come Federico Chiesa in versione extraterrestre. La doppietta dell’esterno e il sigillo di McKennie annullano il pareggio di Calabria e certificano la prima sconfitta del Milan dopo 27 giornate di campionato. Ora la classifica comincia a piacere ai bianconeri, che risalgono a -7 con un potenziale -4 in prospettiva (pende sempre Juve-Napoli nei giudizi), a patto che i campioni d’Italia non smettano di vincere anche contro le medio-piccole. Il Sassuolo, da affrontare domenica, non lotta per lo scudetto, ma sarà avversario duro.
FEROCIA DA SCUDETTO – Il Milan perde Krunic e Rebic per il virus: Pioli risponde all’emergenza a centrocampo avanzando Calabria e al posto del croato innesta il norvegese Hauge, 21 anni e tanta voglia di crescere ancora. Pirlo rimpiazza così i due positivi: Danilo per Alex Sandro e Frabotta (ultima da titolare a Benevento 40 giorni fa, l’atteso Demiral entrerà solo nel finale) per Cuadrado, mentre Rabiot gioca al posto di McKennie. Il tecnico bianconero aveva chiesto ai suoi di provare a comandare il gioco e per 25 minuti il compito riesce quasi alla perfezione. Juve efficace nella riaggressione e feroce nel trasformare l’azione da difensiva ad offensiva in un amen, tanto che le occasioni per gelare la capolista del campionato non mancano. Dybala serve l’antipasto, Chiesa pensa al primo piatto facendo tremare il palo alla sinistra di Donnarumma, ma è il secondo piatto a far male: sontuosa triangolazione tra l’ex viola e la Joya che di tacco la smista al compagno, Romagnoli e Theo Hernandez non la vedono mai e l’esterno firma l’1-0. Prima e dopo la rete del vantaggio juventino, il Milan non sta a guardare. L’aggressività rossonera nella riconquista del pallone e la capacità di ripartire in velocità con 3-4 passaggi fino alla porta avversaria sono un must della casa. Metti pure che i campioni d’Italia in fase di disimpegno nella propria metà campo non siano sempre precisi e il gioco è fatto. Prima Hauge, poi Castillejo su dormita di Bentancur, quindi due volte Leao stuzzicano i riflessi di Szczesny, attento anche su Ramsey che rischia l’autorete.
GOL E SPETTACOLO – E se dall’altra parte è sempre Chiesa a sfiorare il bis, alla lunga il Milan ha già preso campo. Così prima dell’intervallo i rossoneri pareggiano con Calabria, servito da un ottimo Leao, anche se in avvio di azione c’è il forte sospetto che Irrati commetta un errore quando non valuta come falloso (rendendo quindi impossibile l’intervento del Var Orsato) un contrasto tra Calhanoglu e Bentancur. Ma il colpo subito non frena la Juve, trascinata anche da un discreto Frabotta nel ruolo di efficace rompiscatole in corsia. Cristiano Ronaldo cresce alla distanza e il colpo della serata di San Siro è un assist strepitoso per McKennie quando però i bianconeri erano già tornati in vantaggio. Protagonista, ancora una volta, Dybala che non sarà ancora costante nella spinta, tende ancora troppo ad arretrare per liberarsi dalla morsa del nemico, ma quando si accende sono dolori. La Joya, dopo il colpo di tacco del primo tempo, inventa il secondo assist della giornata per Chiesa il cui sinistro gela Donnarumma. Per il fantasista è il terzo gol stagionale a San Siro, il primo schiaffo l’aveva rifilato all’Inter con la maglia viola. Ma l’ultima conclusione in porta costa cara a Chiesa che deve lasciare il posto a Kulusevski. Pirlo cambia anche Dybala con McKennie, poi entreranno anche Arthur e Bernardeschi per Bentancur e Ramsey. Pioli inserisce Brahim Diaz per Hauge e il Milan dimostra di non voler arrendersi, anche se alla distanza la capolista difetta per lucidità, nelle intenzioni e nelle scelte. E anche nella prova di alcuni uomini chiave, come Theo Hernandez che in fase difensiva fa il palo dinanzi agli slalomisti juventini. Tanto che McKennie sfrutta un’infilata di Kulusevski ancora sul lato sinistro rossonero e batte Donnarumma per il 3-1 finale.
Fonte tuttosport.com