TORINO – Weston McKennie, l’interesse della Juve nei suoi confronti è stato improvviso o eravate in contatto?
“É successo abbastanza all’improvviso. Quando l’ho scoperto mi sono dimostrato entusiasta, giocare qua è splendido: la storia, la famiglia Agnelli. Volevo che accadesse, è successo nell’arco di due settimane ed ero entusiasta”.
Come ha conosciuto il calcio in Germania?
“Mio papà è un militare, ci siamo trasferiti in Germania dove ho conosciuto il calcio grazie al mio primo allenatore. Mi ha convolto fin da subito, allora non c’era il football americano in Germania. A nove anni sono tornato negli Usa, ho dovuto scegliere e a 11 anni ho detto a mia mamma che mi piaceva il calcio, per quanto amassi anche il football. Ho scelto il calcio ed eccomi qui”.
Lei è stato uno dei primi calciatori ad esporsi sulle questioni razziali. Vuole aggiungere qualcosa visto il momento?
“Sì, ho cercato di avere un ruolo importante soprattutto in Germania per questo movimento. Vogliamo cercare di intervenire il più possibile: ho ricevuto sostegno per la posizione che ho adottato anche qui. Adesso sono in un paese diverso ma non significa che non porti avanti quello in cui credo. E all’interno del club mi hanno dimostrato il sostegno massimo”.
Una delle sue doti calcistiche è la versatilità. Qual è però la posizione che preferisce?
“Per me la posizione in cui sono a mio agio e mi diverto è box to box, potermi girare e riuscire a condurre la palla, partendo dalla difesa. Questo è uno dei miei punti di forza: recuperare la palla e ripartire. Ho parlato con Pirlo, gli piace il modo in cui gioco, la mia abilità nel recuperare la palla. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda”.
Quali sono i suoi idoli?
“Ad essere onesto non guardo molti sport, non sono sicuro che la mia risposta possa essere centrata. Ma da giovane ammiravo Totti, la grande classe: quando ero giovane mi ha particolarmente influenzato”.
Che effetto le fa essere il primo americano a vestire la maglia della Juve?
“Un grande onore essere qui e poter giocare per questo club, essere il primo americano a raggiungere la Juve. Mi sento di avere l’opportunità di venire qui e indossare questa maglia, rappresentando il mio paese, avvicinare i giovani al calcio. Questo mi rende orgoglioso e fiero”.
Che rapporto ha con Tedesco? Che consigli le ha dato?
“Mi ha allenato in Germania, abbiamo parlato molto del calcio italiano. Ha lanciato la mia carriera in Germania, mi ha dato l’opportunità di iniziare a giocare. Mi ha dato le basi: recuperare la palla, ripartire, pressione. Sapeva che mi sarei trovato a mio agio con la Juventus e mi ha aiutato a fare la scelta”.
Cosa l’ha colpita di più della Juventus? Come l’hanno convinta?
“Devo dire la verità, non mi hanno dovuto convincere più di tanto. É un sogno che diventa realtà, una grandissima squadra. Questo è meraviglioso e non è così facile avere un allenatore come Pirlo, un vero e proprio maestro, poter imparare da lui, vedere i diversi tipi di gioco, essere circondati da grandi giocatori. Prima li vedevo nei videogame, ora sono in carne ed ossa”.
Giocherà con Cristiano Ronaldo. Cosa si aspetta?
“Lo usavo come giocatore nei videogiochi. Mi aspetto di imparare molto da lui e dagli altri giocatori della squadra. Ho visto la grande professionalità, nello spogliatoio e in palestra. Cristiano ha sempre giocato a livelli top per tanti anni: avere l’opportunità di giocare con lui mi porterà benefici e vantaggi”.
Può aiutare la Juventus a diventare una delle squadre più amate negli Usa?
“Sì, la Juventus è un club internazionale, famosissimo. Quando torno a casa vedo per strada negozi che vendono le magliette bianconere. Forse posso avere un ruolo anche in questo senso promuovendo il brand”.
Fonte www.repubblica.it