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Juventus, Morata: “Ho l’occasione della vita. E Pirlo è un tecnico perfetto”

TORINO – Alvaro Morata, come vive questo rientro a Torino?
“Molto bello essere qua un’altra volta dopo un percorso che mi ha migliorato come calciatore e persona. Siamo andati via in due e torniamo in cinque: sono molto felice”.
Quando è nata la trattativa?
“Alla fine sono qua, credo che sia l’importante questo”.

Dopo gli anni alla Juve non ha mai raggiunto il livello di rendimento avuto in bianconero. Per questo è tornato?
“Sono nel posto giusto al momento giusto, so cosa devo fare per rivivere situazioni come quelle. Ma ho più esperienza, il passato è passato: è una nuova opportunità per me, l’occasione della vita”.
Che effetto le fa Pirlo allenatore?
“Bellissimo effetto, è perfetto per essere l’allenatore della Juve. È quello di cui ha bisogno la Juve: sono stato suo compagno ma sono rimasto impressionato per come allena. Sa come trattare il gruppo, il risultato potrà essere probabilmente molto alto”.

Ha giocato con molti calciatori qui in rosa. La Juve si aspettava un attaccante con altre caratteristiche: si sente pronto per giocare al centro?
“Certo, altrimenti non sarei venuto. Ci sono tante scelte in attacco, devo lavorare qua al servizio della squadra. I compagni sanno che lavorerò per loro, mi metterò al servizio di questa squadra e voglio vincere come ha sempre fatto la Juve in tutta la sua storia”.
Ha detto di essere maturato. Vuole chiarire se il numero di gol che ha segnato sono da bomber o da attaccante?
“Me la fanno tante volte questa domanda. Certo che vorrei fare 35 o 40 gol, ma ne ho visti che hanno segnato così e non hanno vinto niente. Io tranne l’ultimo anno ho vinto tanto. Se contano i nomi singoli meglio andare a giocare a tennis perché questo è un gioco di squadra”.
È la Juve la squadra che ha sempre sognato?
“Io ho sempre sognato di giocare nell’Atletico e ho coronato il sogno. Ma ho anche sognato di tornare alla Juve, so che la gente parla sempre tanto ma io sono felice, nel posto giusto al momento giusto”. 
Qual è il ricordo più felice della sua esperienza alla Juve?
“Ho la testa piena di bei ricordi. Ma nella memoria restano i trofei vinti con la Juventus”
Si sente un po’ sottovalutato visto quanto ha fatto in Europa? 
“No, se non ci fosse critica vuol dire che sarei ad un altro livello. nelle squadra in cui ho giocato c’è sempre massima esigenza. Da giovane le critiche mi potevano fare bene o male, ma ora devo lavorare”.

Come ha ritrovato Ronaldo?
“Conosco abbastanza bene come persona, come giocatore lo conoscete tutti molto bene. Ho sempre avuto un rapporto molto buono con lui, ha detto che era felice fossi arrivato qui. In questi due giorni abbiamo parlato delle famiglie, del calcio e di come vediamo questo anno”. 
Dopo aver lasciato la Juve, dove ha sbagliato e quale errore farà fruttare in questa esperienza juventina? 
“Facile dirlo adesso, cosa avrei potuto fare meglio. Non dipendeva da me l’addio alla Juve, bisogna rispettare i contratti. Al Chelsea ho iniziato bene poi un infortunio mi ha condizionato. Sono tornato in Spagna per un sogno da bambino”.
Come è stato il percorso di uscita dall’Atletico? 
“Chiaro che ho parlato con tutti qua, c’era questa possibilità. Sono stato felice all’Atletico, non si sa mai cosa dirà il futuro. Ma alla fine la gente legge solo quello che scrivono i giornali, me lo tengo per me come è avvenuta la trattativa. Sono qua e all’Atletico ci sono altri giocatori. Ho sentito la fiducia di questa squadra: ho parlato con il mister, con Fabio Paratici ma non solo per venire alla Juve. Abbiamo delle sfide bellissime insieme”.
Quanto è importante la Champions per la Juve?
“Una delle squadre più forti del mondo quindi è qualcosa che ti entra in testa appena vedi la scritta Juventus. Sono un po’ di anni che si arriva vicino ma credo che un anno di questi, magari proprio questo… Si lavora per questi traguardi , nel calcio c’è ogni volta una nuova opportunità”.
La Juve è ancora la più forte in Italia?
“L’anno scorso, sono appassionato di calcio, la Serie A è diventata la miglior lega del mondo per i calciatori e il livello delle squadre. Quando vinci tanti anni di seguito è sempre più difficile. La gente non gli dà valore ma tutti vogliono diventare campioni d’Italia e il livello delle altre squadre cresce”. 

Fonte www.repubblica.it

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