TORINO – Vede il Napoli e poi lo colpisce, Dejan Kulusevski. Perché, se i vividi colori dei panorami partenopei avevano ammaliato Wolfgang Goethe al punto da strappargli il celebre “Vedi Napoli e poi muori”, l’azzurro intenso delle magliette del club ispira allo stesso modo la vena realizzativa dell’attaccante svedese. Il talentuoso classe 2000 da quando veste la casacca della Juventus non ha ancora avuto modo – per l’arcinota vicenda su cui ha sentenziato il Collegio di Garanzia del Coni – di sfidare i campani, ma lo scorso anno a Parma ha dimostrato di gradire alquanto l’incrocio con gli azzurri. Puniti a freddo all’andata al San Paolo con una sgroppata conclusa in rete, giustiziati allo scadere al ritorno con un rigore prima procurato e poi trasformato. Un brutto ricordo per Gattuso, dato che la prima delle due sfide era coincisa con una mortificante sconfitta al suo esodio sulla panchina azzurra. Un vero e proprio incubo per Koulibaly, che in un’occasione si era lasciato sfuggire Kulusevski sulla trequarti e nella successiva l’aveva steso in area di rigore.
In Italia
Si lascerà allora ispirare (anche) da questi dolci pensieri lo svedese, che questa sera proprio al Napoli chiederà strada per sollevare il primo trofeo della propria carriera. Confidando in una cabala che, da quando è sbarcato in Italia, non ha conosciuto eccezioni. Nemmeno nelle due stagioni trascorse nella Primavera dell’Atalanta ad affilare tutte le proprie armi, anzi: in quattro incontri – tra il 2017 ed il 2019 – erano arrivate due reti e addirittura sei assist per un giovane Kulusevski, il cui talento tracimava già. […]
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Fonte tuttosport.com