Ai mondiali in Russia il “contropiede” spopola
Favole che proseguono ed altre che invece finiscono, questo quanto decretato negli ottavi che hanno visto incrociarsi Spagna contro Russia e Danimarca contro Croazia. Due partite molto simili, dove per 120 minuti ha prevalso la paura di perdere e terminate, entrambe, solo grazie ai calci di rigore.
Penalty emozionanti che hanno visto come protagonisti i portieri: il russo Akinfeev, il croato Subasic e il danese Schmeichel. I primi due per un giorno sono diventati eroi nazionali, l’ultimo quasi.
Dopo una fase a gironi dove abbiamo assistito a esibizioni ridicole dei portieri (Caballero con l’Argentina, Kawashima con il Giappone e De Gea con la Spagna) questi ottavi hanno ridato prestigio al ruolo.
Dopo Germania ed Argentina ad essere eliminata da questo mondiale è un’altra grande, la Spagna che è stata superata dai padroni di casa della Russia. A Mosca le furie rosse hanno per tutta la partita il pallino del gioco in mano ma non riescono a pungere la difesa russa e, dopo due ore di gioco senza emozioni, di un tiki-taka lento ed a tratti insopportabile, arrivano i calci di rigore nei quali a prendersi la scena è Akinfeev. Il capitano della nazionale russa e del Cska Mosca, ricordato più per le sue papere con la maglia della nazionale, che costarono l’eliminazione alla nazionale del suo paese ai mondiali in Brasile, e con quella del suo club in Europa che per le sue prodezze, decide di vestirsi da supereroe e di mostrarsi finalmente al mondo non come il solito portiere dalle mani molli. Akinfeev para prima un rigore calciato male dallo spagnolo Koke e poi un altro, decisivo, a Iago Aspas, con il piede sinistro che si alza verso il cielo proprio come lo sguardo di migliaia di tifosi russi presenti allo stadio increduli davanti all’impresa dei loro connazionali.
Ai quarti di finale la squadra allenata da Cherchesov (anch’esso portiere, un ex portiere di buon livello internazionale) affronterà la Croazia che cercherà di arrivare alle semifinali di un mondiale dopo vent’anni. Ricordiamo la sua eliminazione a Francia ’98, quando sfiorò l’impresa contro i padroni di casa dopo essere passata in vantaggio con Davor Suker, gloria nazionale ed attuale dirigente della federazione calcio del suo paese. Quella Croazia, ricca, quasi strabordante di talento, fu poi rimontata da una doppietta di Thuram, che, nell’occasione, si vestì da goleador. I croati attuali, anch’essi ricchissimi di talento, nella partita contro la Danimarca hanno sofferto troppo, rischiando di uscire e salvandosi soprattutto grazie all’eroe di giornata Danijel Subasic. Il portiere del Monaco ha neutralizzato ben tre penalty ai giocatori danesi e, dopo aver posto la sua firma sull’impresa, si è reso protagonista di un gesto commovente, sollevandosi la maglietta per far vedere al mondo intero la foto di Hrvoje Custic, suo compagno ai tempi dello Zadar. Custic morì per cause assurde, dopo aver battuto la testa su un muro di cemento maledettamente posizionato troppo vicino alla linea del fallo laterale.
Subasic, da quel giorno (sono passati dieci anni), gioca sempre con una foto dell’amico sotto la maglia.
Tre penalty li avrebbe parati pure il suo collega Schmeichel, uno a Modric alla fine del secondo tempo supplementare e altri due durante l’esecuzione del calci di rigore. La grande prestazione del portiere danese, però, non è stata sufficiente per trascinare i suoi nei quarti di finale.
Schmeichel ha fatto sognare il popolo nordico sotto gli occhi del padre Peter, leggenda della nazionale danese e del Manchester United. Padre e figlio si assomigliano al punto che, per gli spettatori non più giovanissimi, sembra di rivedere Peter in campo nel corpo del figlio Kasper.
La Croazia vince grazie al portiere del Monaco che sabato si troverà di fronte come avversario il suo collega Akinfeev. Decideranno ancora i portieri o le invenzioni dei giocatori di maggior classe come il croato Modric e il russo Golovin?