Dopo vent’anni la Francia riconquista il mondiale di calcio. La squadra transalpina si dimostra forte e compatta in tutti i reparti. E’ una squadra giovane, dalle grandi potenzialità e ne sanno qualcosa Argentina, Uruguay e Belgio
VENDICATO NAPOLEONE
Mosca questa volta non si rivela catastrofica per i francesi. Ben 206 anni dopo l’invasione di Napoleone, finita in una sconfitta che inflisse il primo duro colpo all’egemonia francese, dalla capitale russa i francesi tornano vincitori. Si portano a casa la seconda coppa del mondo della loro storia calcistica, dopo vent’anni dalla prima vinta in casa. E i “rivoluzionari” francesi trionfano con una delle squadre più giovani del torneo. L’allenatore Didier Deschamps riesce nell’impresa della doppietta come gli illustri predecessori Zagallo (Brasile ’70) e Beckenbauer (Italia ’90), riuscendo a vincere un campionato del mondo sia da giocatore che da allenatore. Pronostici quindi rispettati. La Croazia regge bene fino all’ingenuo rigore causato dall’ottimo Perisic, tanto che nella prima parte della gara i giocatori croati avevano tenuto testa con ordine e intelligenza ai quotati rivali.
LA FRANCIA DEI SINGOLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
Nel secondo tempo cambia il copione: nella Francia salgono in cattedra i singoli, vale a dire Mbappe’ (questo ragazzo è un fenomeno). Pogba e Griezmann (uomo ovunque e grande altruista). Senza dimenticare l’apporto degli altri, che è stato determinante. La Croazia ha un solo fuoriclasse, Luka Modric, ed è più stanca perché è arrivata in finale con tre partite risolte dopo i tempi supplementari. Già prima dell’inizio dei mondiali i Bleus erano dati tra i favoritissimi, per cui il pronostico è stato rispettato. Per la Croazia questo poteva essere come dicevano oggi nelle piazze “il giorno più importante dopo l’indipendenza”. Lo sarà lo stesso, perché la squadra di Zlatko Dalic torna in patria da vice campione del mondo. E’ vero che come dice un saggio “del secondo non si ricorda nessuno”, ma la squadra croata è una realtà calcistica che puo’ solo crescere e migliorare.
UN 4-2 COME OTTANT’ANNI FA
Non si registrava il punteggio di 4-2 in una finale dei campionati del mondo da ottant’anni. Nel 1938 infatti l’Italia di Vittorio Pozzo batteva nella finale di Parigi l’Ungheria con l’identico punteggio in cui oggi i transalpini hanno battuto i croati. Era un’Italia fortissima perché quattro anni prima aveva vinto tra le mura amiche il suo primo mondiale ed i “maligni” avevano parlato di aiuti e aiutini da parte degli arbitri. Invece quella squadra smentì tutti, riconfermando la sua forza quattro anni dopo. Stiamo parlando di otto decenni fa, ma fa sempre bene ripassare un po’ di storia. Ed è doveroso sottolineare che quest’anno al mondiale l’Italia non ha partecipato. E sarebbe ora che più di qualcuno cominciasse a capire che è fondamentale lavorare sui vivai.