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La Lega A presenta un dossier per riaprire gli stadi almeno a un numero limitato di tifosi. E bussa a danari

Il calcio senza pubblico è come un piatto di spaghetti cucinato senza sale: insipido. Per questo, la Lega Serie A ha ribadito”la necessità di favorire al più presto, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza, la riapertura parziale degli stadi al pubblico” e in quest’ottica sta finalizzando “un articolato protocollo che sarà inviato nelle prossime ore al presidente della Figc Gravina affinché possa utilizzarlo nelle interlocuzioni con le istituzioni governative competenti“. Come si legge in nota, la Lega “già nelle ultime gare di questa stagione, auspica che venga consentita alle Società, secondo le specificità di ogni realtà e impianto, la possibilità di riaprire gli stadi ad un numero limitato di tifosi”.

Serie A bussa a danari

Intanto la Lega A bussa a danari. Ha chiesto a Sky il pagamento della rata mancante. L’assemblea dei club ha deciso di seguire la via legale nel braccio di ferro con la pay tv, senza oscurare il segnale delle partite. Le ultime gare andranno così in onda e la Lega spera anche di poter riaprire gli stadi, chiusi per l’emergenza Covid-19, consentendo sugli spalti la presenza ridotta del pubblico in sicurezza. Nel protocollo di circa 200 pagine destinato al presidente della Figc Gravina, “affinché possa utilizzarlo nelle interlocuzioni con le istituzioni governative competenti”, si parla ad esempio di 30-35mila spettatori a San Siro, 30mila all’Olimpico, 20-25mila al San Paolo e 18mila allo Juventus Stadium, fermo restando che aprire gli stadi sarebbe una facoltà per le società, e che vanno considerate le condizioni di ciascuna città.

Breve la riunione

E’ stata breve la riunione, convocata d’urgenza per scegliere la prossima mossa nella vertenza con Sky, dopo il decreto ingiuntivo ma non esecutivo del Tribunale di Milano nei confronti della pay tv inadempiente, che per la rimodulazione del calendario chiede uno sconto sul prezzo della prossima stagione. Di fronte alla causa legale destinata a durare almeno fino a dicembre, alcuni club, come Lazio e Napoli, spingevano per un ultimatum minacciando di staccare il segnale a Sky. Alla fine è passata una linea più soft. Le venti società all’unanimità hanno dato il mandato al prof. Romano Vaccarella, ex giudice della Corte costituzionale, più volte legale di Silvio Berlusconi e di Fininvest, di reiterare a Sky l’intimazione al pagamento della rata scaduta a maggio (131 milioni di euro).

Sponsor e stakeholders

Si è deciso però di non sospendere l’esecuzione del contratto “a tutela e nel pieno rispetto dei propri tifosi, degli sponsor e di tutti gli stakeholders”. Resta solo un’ipotesi quella di rivalersi sul patrimonio della controllante messo da Sky a garanzia. Il braccio di ferro prosegue, per ora sono modeste le possibilità che si trasformi in una trattativa.
Sullo sfondo ci sono i diritti del triennio, 2021-24. Mentre continua il lavoro preparatorio del bando, a cui non possono partecipare soggetti con pendenze verso la Lega (come Sky), è intenso quello per varare la media company della A, una società in cui far confluire diritti tv e commerciali. E’ un progetto che potrebbe partire già dal 2021, con la creazione del canale della Serie A, a prescindere da eventuali partnership con fondi di investimento. Il presidente della Lega, Paolo Dal Pino, sta portando avanti i colloqui con sei fondi: Cvc, Bain Capital, Advent, General Atlantic, Tpg e Apollo (meno concreto l’interesse di Wanda). Il 24 luglio sono attese le offerte che verranno valutate dall’assemblea a fine mese.

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