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La mappa delle 99 vittorie di Federer (in attesa del trofeo numero 100)

La mappa delle 99 vittorie di Federer (in attesa del trofeo numero 100)

  Afp

 Roger Federer

Per Roger Federer sarà un anno importantissimo. Il campione svizzero, che ha spento 37 candeline lo scorso agosto,non vuole parlare di ritiro ma sa che il tempo, anche per lui, si sta assottigliando sempre più. Eppure gli obiettivi da raggiungere, prima di attaccare la racchetta al chiodo, sono ancora tanti. Il suo 2018, ad esempio, inizia nella difficile impresa di difendere il doppio titolo degli Australian Open, primo torneo dello slam, conquistato nel 2017 e nel 2018.

Una vittoria a Melbourne, che sarebbe la settima della carriera, avrebbe un grande valore dato che porterebbe sulla già affollatissima bacheca dei trofei di Federer, il titolo numero 100. Una cavalcata tra i professionisti iniziata il 4 febbraio del 2001, a Milano, contro il francese Julien Boutter, che ha portato il tennista di Basilea a vincere tornei in tutto il mondo.

99 vittorie in 19 Paesi

L’unico anno in cui Roger Federer non ha portato a casa almeno un titolo nel circuito ATP è stato il 2016. Una stagione caratterizzata da vari infortuni, ginocchio e spalla, chesi è chiusa molto presto, a luglio, con poche soddisfazioni personali per il tennista. Il 2006, invece, è stato l’anno più prolifico: ben 12 vittorie, di cui 3 titoli dello slam (Australian Open, Wimbledon e Us Open). Nel 2009, invece, è arrivata l’unica vittoria al Roland Garros. 

Le finali perse

Riassumendo, Federer ha portato a casa 20 titoli del Grande Slam, 6 Masters (in tre Continenti diversi), 27 Master 1000, 21 tornei ATP 500 e 25 tornei ATP 250. Per un totale di 99 trofei. L’obiettivo della tripla cifra sarebbe già diventato realtà se Federer non si fosse arreso per 52 volte in finale: 

Capitolo Olimpiadi

Tra le delusioni più grandi nella carriera di Federer spicca certamente la finale delle Olimpiadi di Londra del 2012 quando a imporsi, in tre set, fu il britannico Andy Murray. Una sconfitta che ancora brucia e che potrebbe spingere il campione svizzero a riprovarci nel 2020, a Tokyo, come ultimo ruggito di un leone che non ha ancora voglia di abdicare. Del resto, quando ci sono stimoli e obiettivi, perché farlo?

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