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La Serie A riparte con quattro recuperi e la voglia di superare lo shock del coronavirus

La serie A può finalmente ripartire. Dopo oltre cento giorni di sospensione, riparte la corsa del campionato per decidere scudetto, coppe europee e salvezza. Senza pubblico, con molte incognite e qualche infortunato di troppo, ultimo della serie l’interista Sensi. La Coppa Italia ha riacceso i motori dell’Italia del pallone regalando il trofeo al Napoli di Gattuso e decretando il secondo ko, dopo la Supercoppa, alla Juve di un Sarri che comincia ad essere messo in discussione. Alla ripresa della serie A la Lazio si ritrova col morale a mille perché il punto che la separa dalla capolista alimenta fondate speranze di sorpasso, dopo la mediocre prestazione all’Olimpico.

I quattro recuperi

Ma la ripartenza, dopo tre mesi da incubo, è affidata a quattro recuperi. Si parte con il Torino che deve allontanarsi dalla zona salvezza e si affida a Belotti e Zaza contro un Parma agguerrito, in lizza per l’Europa League. Come il Verona di Juric, che può scavalcare il Milan e tallonare il Napoli se batterà il Cagliari che Giulini ha affidato a Zenga dopo una lunga crisi.

Invece Inter e Atalanta giocheranno domenica in casa: gli avversari, Sampdoria e Sassuolo, non sembrano in grado di costituire una minaccia, ma le ruggini del lungo stop e di una preparazione abbozzata sono un’incognita da non sottovalutare.  L’Inter aspetta i gol di Lukaku, il risveglio di Lautaro e i progressi di Eriksen per battere una Samp che deve salvarsi e non recupera Quagliarella. Tre punti rilancerebbero Conte, che ha mal digerito l’eliminazione col Napoli, che vuole blindare il terzo posto e sperare nella flessione di Juve e Lazio. Bergamo flagellata dal virus prova a distrarsi con la macchina da gol creata da Gasperini che, prima dello stop, volava. In attesa del big match con la Lazio, l’Atalanta testa il suo stato di forma con una squadra in grado di crearle problemi, il Sassuolo di Berardi.

Le squadre sono state isolate e controllate

Il Governo ha varato una norma meno stringente, la cosiddetta “quarantena soft”, che dovrebbe consentire di portare a termine la stagione. Il presidente del Cagliari, Giulini, chiede a Spadafora di riaprire le porte della Sardegna Arena; la speranza del calcio è di rivedere qualche tifoso sugli spalti prima della fine della stagione. Ma i festeggiamenti di Napoli tengono col fiato sospeso per le conseguenze che potrebbero innescare se si dovessero ripetere assembramenti così scriteriati. Il contraccolpo economico sarà pesante per il movimento calcistico, al di là del calendario rivoluzionato e creerà un solco sempre maggiore tra club potenti e quelli più deboli o mal gestiti. Le prestazioni deludenti in Coppa Italia, a parte il Napoli, preludono a possibili sorprese in grado di influire sui 12 turni che restano da giocare.

 

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