NAPOLI – Lo voleva anche Josè Mourinho al Tottenham, ma lui aveva già dato la sua parola a Gattuso in tempi non sospetti, nella scorsa primavera, addirittura durante i mesi del lockdown. “Devi assolutamente venire a giocare con noi”. Ringhio sa essere persuasivo e sulla scelta di Victor Osimhen hanno quindi pesato molto le tre telefonate ricevute fra aprile e maggio dal tecnico del Napoli, che aveva affascinato l’ambizioso attaccante nigeriano con il suo charme da campione del mondo. Il resto lo ha fatto Aurelio De Laurentiis, convincendo il Lille a privarsi del suo gioiello con un’offerta da 70 milioni (più 10 di bonus). Soldi non gettati via, a quanto pare. Promette infatti parecchio lo scintillante debutto contro il Parma del nuovo acquisto, che ha già convinto Lorenzo Insigne a sbilanciarsi con un paragone importante. “Mi ricorda Cavani”. La mezz’ora di fuoco del Tardini non è stata del resto un exploit estemporaneo e in casa azzurra le aspettative intorno all’ultimo arrivato si erano già consolidate nel corso del ritiro estivo in Abruzzo, in cui il giovane numero 9 (22 anni da compiere il 29 dicembre) aveva bruciato le tappe del suo inserimento in campo e fuori.
“Mi sembra molto più maturo della sua età”, si era infatti rallegrato Gattuso, dopo aver notato la facilità con cui il poliglotta Osimhen (francese e inglese ben parlati) si stava calando nella sua nuova avventura. A Napoli ha preso casa con la sua compagna a Posillipo, dove aveva già fatto un sopralluogo prima di firmare il contratto quinquennale con De Laurentiis. Dà l’idea di non lasciare nulla al caso, l’attaccante con un’infanzia difficile (ha perso i genitori da bambino) che si è fatto strada dalla periferia di Lagos. Sa cosa vuole e come prenderselo, ma non c’è rabbia nella sua voglia di emergere e il suo dress code dal primo giorno in maglia azzurra è stato il sorriso, con cui ha conquistato allenatore e compagni. Non era facile del resto entrare nello spogliatoio in punta di piedi, con l’etichetta di acquisto più costoso della storia del club. Victor invece ci sta riuscendo e la mezz’ora di Parma è la prova della sua furbizia: prima ha accettato senza fiatare la panchina, poi è entrato e si è messo al servizio di Mertens e Insigne (i mammasantissima del gruppo), ispirandone i gol. Nessun atteggiamento da primadonna e tanta sostanza, insomma: solo per aiutare la squadra.
Osimhen sa che i gradi di leader vanno conquistati con i fatti, sul campo. “Non ho dubbi che resterà con i piedi per terra”, è infatti pronto a scommettere Gattuso, che si è giocato sull’acquisto del nigeriano una fetta della sua reputazione, dopo aver sognato invano sul mercato Immobile. Il Napoli aveva bisogno di un centravanti di peso, capace di aggredire la profondità e dare più consistenza al reparto offensivo, dopo le esaltanti stagioni del tridente leggero. Ma adesso Ringhio dovrà trovare l’abito giusto per far convivere tutti i suoi gioielli in attacco dal 1′, non solo part time come è successo contro il Parma. Tocca al tecnico rimodellare la squadra intorno al numero 9 e il modulo giusto sembra essere il 4-2-3-1, in cui Mertens e Insigne hanno la possibilità di partire da lontano: sfruttando gli spazi e le doti di apripista del loro nuovo compagno, che dopo lo show al Tardini è stato di poche parole. “Ben fatto, andiamo avanti”. Domenica arriva il Genoa al San Paolo e poi ci sarà la Juventus. Mister 70 milioni sta lucidando le sue scarpette gialle.
Fonte www.repubblica.it