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Largo ai giovani! Steven Zhang e la “pennellata geniale” dell’Inter sul calcio italiano

La società nerazzurra con la nomina del più giovane presidente di sempre lancia implicitamente un’affascinante sfida al mondo del calcio: rimettere il pallone in mano ai ragazzi, non solo in campo ma anche nelle stanze del management

“Io sono pronto. E voi?”, dice Steven Zhang, neo presidente dell’Inter, in chiusura del video con cui la società nerazzurra l’ha ufficialmente presentato. Una domanda da girare non solo a tutti i supporters interisti, ma a tutti i tifosi e agli osservatori del calcio: siete pronti alla piccola, grande rivoluzione del più giovane presidente di sempre di un club europeo?

La “pennellata di un artista geniale”, l’ha definita oggi Massimo Moratti dalle pagine del Corriere della Sera, esaltando l’incarico di questo non ancora ventisettenne cinese, arrivato alla corte della società meneghina due anni fa e parcheggiato a Milano dal padre, il potentissimo Zhang Jindong, il 28° uomo più ricco di Cina, che nel frattempo aveva acquistato il 68,55% delle quote dell’Inter, diventandone l’azionista di maggioranza. Ma non chiamatelo figlio di papà… certo, Steven (Kangyang il suo vero nome) è un privilegiato: laureatosi in economia presso la prestigiosa Wharton School dell’Università della Pennsylvania, ha lavorato come analista finanziario presso la banca Morgan Stanley prima di diventare presidente della Beneamata. E chi, tra i suoi coetanei, non vorrebbe ora essere nei suoi panni, diventare il patron e il manager di una squadra di calcio, progettarne il futuro, così come molti di noi hanno potuto fare al massimo attraverso un videogame.

 

Ma qui non c’è nulla di virtuale e il giovane Steven dovrà gestire una realtà aziendale che nel 2017 ha registrato ricavi per 347 milioni di euro e in cui l’azienda di famiglia, Suning, negli ultimi due anni ha sborsato 474 milioni di euro. Non è una responsabilità qualunque la sua e nemmeno la nomina di un dirigente navigato come Beppe Marotta potrà alleviarne la gravità. Ma in fondo, in questa folle idea della pazza Inter di rimettere il suo destino nelle mani del più giovane presidente della storia del calcio, c’è proprio quella “pennellata di un artista geniale” che ricongiunge, con un unico tratto, la storia nerazzurra più recente, Giacinto Facchetti al neo arrivato Steven. Con in mezzo la parentesi manageriale di Erick Thohir, solo una fase di passaggio verso l’evoluzione della massima istituzione interista, dall’atleta campione del mondo, esempio di rettitudine morale e lealtà sportiva, al ragazzo venuto da un altro continente per aprirci gli occhi con la sua visione diversa e innovativa, quella che tratteggia con la sua “pennellata” nel video che l’Inter gli ha dedicato.

Ed è bello pensare come in questo ideale passaggio di testimone (altrettanto idealmente suggellato dalle parole di Moratti di oggi), l’Inter offra anche un messaggio a tutto il mondo del calcio, sempre più corrotto dagli scandali, vilipeso dagli speculatori e deumanizzato dalla finanza: che in fondo, per sperare in un futuro migliore di questo sport, basta avere il coraggio di tornare a guardarlo con gli occhi di un ragazzo che si commuove per la qualificazione della sua squadra in Champions League.

 

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