ROMA – In campo in Serie A, non in Champions League. Ecco il curioso caso che riguarda i tamponi di Immobile, Leiva e Strakosha. I tre giocatori della Lazio sono positivi al Coronavirus per i controlli Uefa, niente trasferta a San Pietroburgo. Ma negativi per la Serie A. Ecco perché tutti e tre erano a disposizione per la sfida al Torino e non con il Bruges (l’attaccante e il brasiliano hanno anche giocato contro i granata), e potrebbero essere in campo domenica per sfidare la Juve. Sulla questione indaga la Procura Federale: ispettori a Formello con l’intenzione di capire l’andamento dei fatti.
Società tranquilla
Ascoltati il presidente Lotito e il responsabile sanitario Ivo Pulcini. Testimonianze che si vanno ad aggiungere ai referti sui tamponi raccolti dalla Procura. Indagine appena iniziata. La base è la giustizia sportiva: “In caso di violazione, a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’articolo 8 che vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto fino all’esclusione dal campionato. La gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione”. Non è da escludere che la Lazio prenda in considerazione azioni legali contro la Uefa e i laboratori.
La parola dei medici
Il dottor Francesco Braconaro, membro della Commissione Medica Figc, ha detto la sua sulla questione ai microfoni di Radio Punto Nuovo “I tamponi per la Uefa li elabora un laboratorio italiano: tutte le squadre del nostro paese che giocano nelle coppe si devono rivolgere a questo unico laboratorio, la Uefa ha voluto così per uniformare i risultati. Per i campionati interni, con 100 squadre professionistiche, diventava impossibile rivolgersi ad un unico laboratorio. Un unico laboratorio non poteva processare tutti questi tamponi. La bassa positività considerata diversamente in Italia ed in Europa? C’è stato anche il caso Hakimi. Se uno utilizza il tampone che ricerca i famosi tre geni da un responso positivo o negativo. Il laboratorio deve dare una risposta positivo o negativo: una bassa positività fa considerare il calciatore positivo. In una situazione come questa, la Procura Federale farà le sue indagini, valuterà tamponi utilizzati e rispetto dei protocolli e valuterà se ci sono state degli errori o se si è trattato di discrepanze nella processo dei tamponi. Lazio punita? Se la Procura Federale constata delle irregolarità, sarà applicato il regolamento, ma non possiamo partire da presupposti di colpevolezza, anzi. Unico reagente europeo per evitare problemi? L’ottimo sarebbe avere un laboratorio unico, ma è, di fatto, impossibile. Un unico tampone che rileva i tre geni? Noi utilizziamo un reagente che va a ricercare i tre geni”.
Fonte tuttosport.com