La società biancoceleste e l’ossessione “terzo tricolore”
Sono passati più di 20 anni da quando la Lazio ha festeggiato il suo ultimo scudetto. Era la stagione 1999-2000, quando i biancocelesti per un solo punto in più in classifica sulla Juventus potevano gioire e tirare finalmente un sospiro di sollievo, dopo le tante stagioni passate a vedere le altre squadre trionfare. Chi ricorderà quel capolavoro, reso possibile dai colpi di genio di Mancini, dalle reti realizzate da Salas e dalla bravura in difesa di un totem come Nesta, ricorderà anche la sconfitta della Juve sul campo impraticabile del Perugia. Senza entrare nel merito di una vicenda che all’epoca fece molto discutere, considerando che l’arbitro Collina avrebbe potuto anche sospendere la gara e rimandarla a data da destinarsi, la Lazio vinse il secondo e ultimo tricolore della sua storia con merito, perché grazie a mister Sven-Göran Eriksson i biancocelesti espressero quasi sempre un calcio convincente, fatto non solo di ripartenze ma anche di trame ragionate.
Il primo indimenticabile successo
Se dunque il tricolore conquistato nel corso della stagione 1999-2000 sa di magico, considerando anche i componenti di quella rosa fortissima, all’interno della quale c’erano, tra gli altri, due campionissimi come Simeone e Mancini, anche quello del 1973-74 non è da meno. Il primo degli scudetti vinti dalla Lazio ha un sapore particolare, perché più volte sfiorato dai biancocelesti. Durante l’annata precedente il trionfo più bello, la squadra allenata da Maestrelli andò vicina all’impresa classificandosi al 3° posto; ci vollero altri 365 giorni prima che il tabù venne definitivamente sfatato. E tutto ciò lo si deve all’indimenticato asso del pallone Chinaglia, all’instancabile Re Cecconi e all’agilità dell’imprendibile ala Garlaschelli. E che dire poi della sapiente regia di Frustalupi, uno che il pallone sapeva bene come trattarlo, facendolo arrivare, quasi fosse telecomandato, ai piedi dei compagni di squadra. E si potrebbe così continuare a lodare l’operato di quella magnifica formazione, che aveva in Wilson e Martini due giocatori abili quando si trattava di proporsi in avanti e in D’Amico il calciatore più fantasioso in assoluto. Le sue invenzioni, come molti ricorderanno, hanno fatto la differenza nel corso di quella stagione. La Juventus è stata un avversario ostico che ha capitolato solo all’ultima giornata.
A quando il terzo scudetto?
I tifosi si chiedono da anni quando la Lazio potrà tornare a vincere uno scudetto. Difficile rispondere a questa domanda perché la Serie A degli ultimi 20 anni è stata “monopolizzata” da Juventus, Inter e Milan, che esercitano un forte appeal sui calciatori più importanti. La Juventus rispetto alle milanesi ha molti soldi da spendere – la campagna acquisti dal gennaio dello scorso anno a oggi ne è la testimonianza – dunque colmare il gap esistente per la Lazio non sarà semplice. Quest’anno con Vecino e Romagnoli la squadra si è rinforzata, dunque la strada intrapresa dalla società di Lotito per il momento è quella giusta. Ora per conquistare il terzo scudetto, in questo strano e nuovo mondo del calcio, ci vorrà solo un po’ di pazienza e tanta furbizia nello sfruttare gli scivoloni altrui.