LIPSIA – Il più giovane allenatore a raggiungere una semifinale di Champions League. Gli anni sono 33, nome e cognome Julian Nagelsmann. Il tecnico del Lipsia, dopo aver eliminato l’Atletico Madrid del Cholo Simeone, è l’uomo del momento, soprattutto guardando la carta d’identità: coetaneo di Messi, due anni più giovane di CR7, addirittura sei di Ibrahimovic che ancora fa la differenza in Serie A, Nagelsmann sta dimostrando di essere un vero predestinato. E gran parte del merito è di quel Thomas Tuchel, tecnico del Psg, con cui martedì 18 si contenderà un posto in finale a Lisbona.
Il ritiro e la scalata
Se nel titolo c’è la parola rivincita è perché Nagelsmann ha vissuto momenti difficili, sia dentro che fuori il rettangolo di gioco. Aveva appena 20 anni quando il padre è morto suicida e un anno dopo, nel 2008, la rottura del menisco e altri problemi alle ginocchia lo costrinsero al ritiro. Addio dunque a una promettente carriera da difensore centrale. Nel momento più buio però ecco la svolta. Tuchel, all’epoca allenatore dell’Augsburg II, gli affida il compito di osservare e studiare le squadre avversarie, vedendo in Julian le qualità dell’allenatore. E’ l’inizio della risalita perché presto le qualità di Nagelsmann non passano inosservate: si trasferisce al Monaco 1860 dove per due anni è assistente nell’under 17 di Alexander Schmidt, poi nel 2010 l’ulteriore trampolino di lancio con la chiamata dell’Hoffenheim. Si fa ulteriormente le ossa nelle giovanili e nel 2013 il tecnico della prima squadra Frank Kramer lo promuove nel proprio staff. Fu lì che l’eccentrico portiere Tim Wiese (recentemente diventato wrestler) lo definisce ‘Baby Mourinho’. Rifiutate con garbo (e coraggio) le lusinghe del Bayern Monaco, pronto a concedergli la panchina dell’under 17, il 10 febbraio 2016 l’allenatore olandese dell’Hoffenheim Huub Stevens è costretto a lasciare per motivi di salute. E’ la svolta perché il presidente Dietmar Hopp lo promuove, a soltanto 26 anni, primo allenatore (il più giovane della storia della Bundesliga). Nagelsmann riesce a salvare miracolosamente la squadra, presa al penultimo posto, e nelle due stagioni successive a condurla al quarto e terzo posto, con un’insperata qualificazione in Champions League.
Il grande salto con il Lipsia
Con questi risultati le offerte per Julian arrivano anche dall’estero, comprese le lusinghe del Real Madrid. Ma a battere la concorrenza è il Lipsia, con Ralf Rangnick che se lo assicura con un anno di anticipo per la stagione 2019/2020. E colui che doveva diventare il nuovo dirigente del Milan dimostra di averci visto giusto, creando di fatto un binomio perfetto: Lipsia e Nagelsmann sembrano fatti l’uno per l’altro, entrambi giovani e ricchi di talento. In una stagione stravolta dal covid la squadra della Red Bull si piazza al terzo posto in Bundesliga dietro Bayern e Borussia Dortmund, prima appunto dell’entusiasmante cammino in Champions. Appuntamento martedì con la sfida nella sfida con Tuchel: l’allievo è pronto a sgambettare il maestro. Alla faccia di chi lo definiva acerbo…
Fonte www.repubblica.it