Per evidenti motivi simbolici Italia-Olanda mercoledì prossimo a Bergamo non può essere una partita qualunque, a maggior ragione in questi giorni di recrudescenza del coronavirus. Ma non lo può essere nemmeno per motivi più prosaici, quelli sportivi. La classifica del girone 1 della serie A di Nations League dice infatti che la Nazionale di Mancini, battendo ancora gli olandesi dopo l’1-0 di settembre ad Amsterdam e poi anche la Polonia a novembre a Reggio Emilia, renderebbe probabilmente superfluo l’ultimo impegno in casa della Bosnia, si qualificherebbe per la Final Four col diritto di organizzarla a Milano e Torino e si metterebbe al riparo da qualsiasi sorpresa nel sorteggio per le qualificazioni al Mondiale 2022, grazie alla blindatura – classifica Fifa alla mano – di un posto tra le dieci teste di serie europee: la sconfitta della Svizzera con la Spagna è stata cinicamente utile per il ranking azzurro e anche nell’imminente duello Germania-Svizzera qualcuno può perdere punti.
Tornano Chiellini, Spinazzola e D’Ambrosio
Essendo queste le premesse della partita di Bergamo, si stempera dunque l’insoddisfazione di Immobile per la panchina nello 0-0 in Polonia, dove la Scarpa d’oro avrebbe voluto duellare con Lewandowski, Pallone d’oro senza titolo soltanto perché France Football ha deciso di non assegnarlo causa pandemia. Mancini ha lasciato fuori Immobile secondo la consueta alternanza con Belotti (che contro l’Olanda non potrà comunque giocare perché squalificato), ma il capocannoniere tra i capicannonieri si può consolare: il ct ha chiarito che l’inserimento nel finale a Danzica di Caputo al posto dello stesso Belotti prelude proprio alla necessità di preservare le energie del centravanti da destinare alla partita più importante. Con lui si candidano a rientrare il capitano Chiellini e Spinazzola e D’Ambrosio terzini. Sperano di avere un po’ di spazio, magari ancora a partita in corso e complici le 5 sostituzioni sdoganate dall’Uefa per la Nations League, anche Kean, Berardi ed El Shaarawy esterni, forse Locatelli a centrocampo. Ma anche in un calendario troppo pieno di impegni ravvicinati il turnover spinto non può diventare la regola: il ct – che comunque deve verificare domani le condizioni di tutti gli azzurri, prima di decidere – andrà oltre la semplice opportunità di non gravare i giocatori di un eccessivo numero di partite consecutive. Le rotazioni non possono superare la soglia dello stravolgimento della formazione.
Chiesa juventino sotto i raggi della critica
In attacco, tuttavia, il ballottaggio perenne al centro tra Immobile e Belotti, allargato per ora part-time a Caputo, conferma che esistono potenzialmente 3 giocatori per ruolo e che alcune maglie tra le 23 della rosa per l’Europeo di giugno non hanno ancora un proprietario. Tutto sta nello sfruttare le occasioni. Le prime erano per Chiesa e Kean, come aveva annunciato e come ha confermato Mancini. Non l’ha sfruttata Chiesa, che poteva consacrarsi come titolare. Ne avrà altre e non è in discussione per lui un posto tra i 23, però il peso della responsabilità di doversi dimostrare all’altezza della Juventus e del ruolo di uomo mercato non è semplice da sopportare: d’ora in poi sarà il suo fardello e ogni errore, come il gol sbagliato a Danzica, verrà vivisezionato al microscopio della critica. Kean è entrato meglio in campo, ma soprattutto per lui servono altre prove: il posto tra i 23 deve guadagnarselo e il Psg zeppo di campioni in attacco non sembra esattamente la vetrina più libera. La gara per la chiamata all’Europeo di giugno è appena cominciata e la momentanea assenza di Insigne per infortunio apre spazio per i concorrenti a sinistra, dove nel primo tempo Pellegrini ha fatto bene.
Jorginho e il campo di Bergamo
Un’attenzione particolare lo staff azzurro la riserverà ai giardinieri del campo di Bergamo, perché gli organizzatori di Polonia-Italia, impegnati nelle misure di contenimento del coronavirus dentro uno stadio aperto a un quarto degli spettatori potenziali, non si sono molto preoccupati del prato dell’Energa Stadion. Detto senza giri di parole dagli azzurri, “faceva schifo”. Mancini lo ha indicato come il principale ostacolo al gioco di una Nazionale votata al palleggio e alla ricerca del passaggio profondo. Se stavolta ha balbettato il centrocampo – punto di forza dell’Italia, pallino del commissario tecnico e proposto per di più nella versione titolare Barella-Jorginho-Verratti – sostiene il ct che la ragione vada trovata anche nell’impossibilità di controllare il pallone. La dimostrazione pratica del concetto è che Jorginho, al quale la tecnica non fa certo difetto, è stato insolitamente impreciso anche in alcune giocate per lui generalmente semplici. L’occasione del riscatto arriva subito: è l’unico vantaggio del calendario intasato.
Fonte www.repubblica.it