LONDRA – È la rivoluzione della Premier League. Che, anche a causa della crisi del Covid19, cambierà forse per sempre il calcio inglese. Oramai sembra essere arrivata. Si chiama “Project Big Picture”, stravolgerà il campionato più ricco e più bello del mondo, ed è stato ideato e pianificato da due (potentissimi) club in particolare: il Liverpool di Jürgen Klopp campione d’Europa un anno fa e il Manchester United della famiglia americana Glazer. Per ora sono solo in due, ma queste società sono certe che molto presto si accoderanno anche gli altri quattro club più prestigiosi d’Inghilterra, ovvero Manchester City, Chelsea, Arsenal e Tottenham. E a quel punto la rivoluzione sarà completa. Liverpool e United vogliono accelerare al massimo i tempi e partire con il nuovo corso già dalla stagione 2022-2023.
I cambiamenti in programma, anticipati da uno scoop del “Daily Telegraph”, sono tanti e radicali. Innanzitutto, nell’ambito dei risparmi e di un calcio da molti mesi (e chissà per quanto altro tempo) senza tifosi sugli spalti con conseguenti tagli e voragini nei bilanci, la Premier League scenderà da 20 a 18 squadre, è prevista l’abolizione della Supercoppa d’Inghilterra e della Coppa di Lega (mentre pare salva, almeno per ora, l’altra coppa nazionale, la celebre FA Cup). Inoltre, la Premier League si taglierà entrate per 250 milioni di sterline (quasi 300 milioni di euro) e li devolverà alla English Football League, la lega delle serie minori inglesi, i cui club sono stati falcidiati dalla crisi del coronavirus ancora di più rispetto a big. In questo ambito, il 25% dei diritti tv delle big andrà alle squadre delle serie minori per compensare l’enorme disparità in atto. Inoltre, altri 100 milioni di sterline saranno devoluti dai club più grandi alla Federazione calcio inglese.
Ma le novità non finiscono qui. Perché la generosità dei grandi verrà compensata con una maggiore influenza da parte loro nelle decisioni cruciali del calcio. Già, perché i nove club storici e più vincenti della Premier League, ossia i sei citati prima (Liverpool, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal e Tottenham) insieme ad Everton, West Ham e Southampton avranno molto più potere rispetto a oggi, in cui per tutte le 20 società di Premier League, su gran parte delle questioni, vale il principio di “uno vale uno” e necessita spesso dell’unanimità. Presto, forse già dal 2022, non sarà più così: il potere si concentrerà nelle mani di queste nove società che decideranno praticamente tutto, dalle nuove norme (basterà l’assenso di sei club sui nove) e potranno anche mettere il veto su un’acquisizione di un club rivale, qualora secondo loro non rispettasse le norme della Premier League.
Insomma, maggiore distribuzione degli introiti tra i vari club, ma anche i big che avranno il potere di decidere praticamente tutto sul calcio futuro. Saranno le prove generali di una futura Superlega inglese, o forse europea?
Fonte www.repubblica.it