Arianna Talamona, 24 anni, campionessa europea di nuoto paralimpico, è la testimonial scelta da Regione Lombardia per il progetto di finanziamento pubblico finalizzato all’abbattimento della barriere architettoniche nei parchi
La Regione Lombardia è pronta a mettere a disposizione un milione di euro a fondo perduto per eliminare le barriere architettoniche nei parchi e per installare strutture di gioco e sport fruibili anche dai minori disabili. Il bando col decreto attuativo alla delibera regionale è stato pubblicato il 14 agosto e ed è rivolto ai comuni e alle unioni di comuni (da 10 a 30 mila abitanti), ognuno dei quali può presentare progetti finanziabili in una misura compresa tra 10mila e 25mila euro.
“L’idea – piega Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e disabilità – è nata da un confronto sul territorio con gli Enti locali e con Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità onlus. Quello che per un ragazzo può sembrare un bene superfluo, come per esempio una piccola pavimentazione antisdrucciolo, per un bambino portatore di disabilità diventa un’opportunità preziosa, se non irrinunciabile, che vogliamo diffondere”.
Per comunicare in maniera ancora più incisiva questa opportunità per gli spazi pubblici dedicati allo sport e al gioco senza barriere, la Regione ha coinvolto come testimonial la campionessa paralimpica di nuoto Arianna Talamona. “Arianna – ha commentato Bolognini – è un personaggio molto positivo, pieno di energia e soprattutto è capace di trasmettere valori importanti ai nostri giovani. Per questo abbiamo voluto condividere con lei un progetto al quale teniamo molto e che ha una finalità nobile: vale a dire sensibilizzare sul tema della disabilità, abbattendo il più possibile le barriere architettoniche a partire dai parco giochi”.
Nata 24 anni fa a Varese, da sempre costretta sulla sedia a rotelle per una malattia neurologica ereditaria (paraparesi spastica ereditaria o sindrome Strumpell-Lorrain), Arianna ha vinto tantissimo a livello europeo (un oro nel 2016 nei 200 misti, oltre a un 1 argento e 6 bronzi) e ora si sta allenando per i mondiali di Malesia e, soprattutto, per le olimpiadi di Tokyo del 2020. Divenuta, grazie ai suoi successi, uno dei volti più positivi e conosciuti del nuoto paralimpico italiano, da oggi porterà il suo esempio anche fuori dalla piscina, a tutti i disabili che vogliono praticare attività sportiva, non necessariamente agonistica, nei nuovi parchi inclusivi della Lombardia. Portando sul campo la sua esperienza e il suo rapporto personale con lo sport, che le ha cambiato la vita. “A scuola mi prendevano in giro e mi rubavano la carrozzina – raccontava poche settimane fa in un’intervista al Corriere della Sera – Anche io in quegli anni non ero facile e lo sport mi ha cambiata. Impari a stare con gli altri, ti confronti con altre persone disabili. E poi conosci il tuo corpo, i limiti ma anche il beneficio di essere forte, in forma”.