Il 7 ottobre a Longarone commemorazione della tragedia del Vajont 55 anni dopo. Si ritroveranno alcuni calciatori superstiti assieme a quelli trevigiani che militarono nel campionato 62/63. Il calcio simbolico per ricordare gli amici scomparsi
Tra i quasi duemila morti che la tragedia del Vajont s’inghiottì c’erano anche gran parte dei componenti della squadra di calcio del Longarone. I pochi superstiti ebbero la fortuna di abitare in paesi che furono solo sfiorati da quell’apocalisse e ora, a 55 anni di distanza, hanno deciso di ritrovarsi.
L’appuntamento è per il prossimo 7 ottobre, quando allo stadio Comunale di Longarone prima della partita ufficiale del campionato dei terza categoria il calcio d’inizio sarà dato dagli ex calciatori della squadra giallo-blu assieme a quelli del San Biagio di Callalta e Roncade.
L’idea è partita da Raimondo Giuriato, per tutti Mondo, 83 anni portati benissimo, che ha espresso il desiderio di ritrovarsi con i reduci ed omaggiare chi non c’è più.
Mondo è stato aiutato dal figlio Luca che, trovando ospitalità sulle colonne de “Il Gazzettino”, ha iniziato la ricerca dei superstiti. Con la sola forza che lo sport sa dare, sono stati rintracciati la quasi totalità dei giocatori che sfuggirono alla tragedia.
Dopo un primo incontro, svoltosi a dicembre, alla Locanda Canareggio di Rovare’ di San Biagio di Callalta, di proprietà di Mondo e Luca Giuriato, gli ex calciatori hanno deciso di organizzare questo momento commemorativo, una sorte di passaggio di consegne tra loro e i giovanissimi che indossano oggi le loro vecchie casacche.
La proposta è stata accolta con entusiasmo dal sindaco di Longarone Roberto Padrin, che, in questi giorni, ha ricevuto in municpio alcuni dei superstiti, oltre a Mondo Giuriato erano presenti anche: Franco De Biasio, Giancarlo Fedon, Rino Concolato, Franco Fattori, Luigino Fava e Sergio Tonon.
Tra qualche lacrima e un brindisi, la macchina organizzativa ha preso il volo. Prima della partita si svolgerà una messa commemorativa a Fortogna, seguita da una visita al cimitero per salutare i compagni più sfortunati.
Far rotolare un pallone su un campo di calcio in una zona che è stata così devastata è un messaggio al mondo, perché dove rotola un pallone là ricomincia sempre la vita.