FIRENZE – Potrà essere Caputo il nuovo Schillaci? Alla domanda carica di suggestione e anche un po’ impertinente, perché nelle motti magiche di Italia ’90 Totò dagli occhi spiritati tolse spazio pure a Mancini, il ct ha risposto con la lucidità di chi ormai domina perfettamente ruolo: dipenderà da Caputo stesso, da come giocherà in campionato e ovviamente anche in Nazionale. Contro la morbidissima difesa della Moldova, censurata perfino dall’indignatissimo ct Firat (“mai vista una cosa del genere nella mia carriera”), il centravanti del Sassuolo ha avuto vita facile. Ma il debuttante stagionato ha comunque esibito il repertorio che gli è valso la convocazione a 33 anni e in particolare, proprio nell’azione del suo gol, il famoso “doppio scalino”: la capacità di rubare il tempo ai difensori avversari, quando per applicare la tattica del fuorigioco creano per qualche frazione di secondo un mancato allineamento. L’abilità sta nell’infilarsi lì. E anche se i difensori in questo caso sono stati particolarmente maldestri, Caputo (che Mancini ha assimilato per queste caratteristiche a illustri predecessori come Paolo Rossi e Inzaghi, “sì, somiglia un po’ a loro”) ha certamente suggerito al ct l’idea di potere diventare un’alternativa, se non a Immobile, forse a Belotti o addirittura un complemento a tutti e due.
L’imbarazzo della scelta di Mancini
Il caso di Caputo è emblematico: la Nazionale ha una rosa ottima e abbondante e Mancini avrà davvero l’imbarazzo della scelta dei 23 per l’Europeo, tra i quali potrebbe rientrare Zaniolo una volta guarito dal secondo grave infortunio al ginocchio. Nessuno è escluso in partenza. “A El Shaarawy avrebbe fatto bene tornare in Italia”. Però intanto ha fatto il capitano e ha segnato due gol. “Cristante si è confermato sui suoi livelli”. Vuol dire che è iscritto di diritto all’elenco dei potenziali registi, fondamentali per una squadra che schiera appunto il doppio regista. Alla lista dei candidati per l’Europeo vanno aggiunti almeno Berardi, Bonaventura e Lazzari: la Nazionale degli intercambiabili, dove “nonostante i tanti cambi in formazione la mentalità è rimasta quella giusta e tutti si sono divertiti”, la corsa per il posto a giugno non è un luogo comune. “Chi è qui è perché lo ha meritato”: con questo aforisma Mancini fa lo starter. E in controluce, tra l’altro, scorge già un po’ anche il Mondiale 2022 in Qatar, perché le qualificazioni inizieranno nel marzo prossimo e perché le cose si stanno mettendo decisamente bene per l’Italia, settima tra le europee nella classifica Fifa e per questo attualmente inserita tra le dieci teste di serie al sorteggio per i gironi di qualificazione. Mentre la Nazionale faceva il suo dovere, annichilendo la Moldova, le amichevoli delle concorrenti non sono andate altrettanto bene. L’Olanda, ottava, ha perso col Messico e la Svizzera, decima, con la Croazia. La Germania, nona, ha pareggiato con la Turchia. Esorcizzare la notte di San Siro – il famigerato spareggio del 2017 con la Svezia che costò agli azzurri la mancata partecipazione al Mondiale di Russia – sta diventando una prospettiva sempre meno remota.
Fonte www.repubblica.it