Da Londra a Madrid, dalle Atp Finals alla nuova Coppa Davis. Matteo Berrettini arriva alla Caja Mágica tirata a lucido per le finali della più prestigiosa competizione mondiale a squadre da numero uno dell’Italia e numero otto del ranking Atp. “Sto ancora cavalcando l’onda – dice – sto realizzando quanto accaduto nei giorni scorsi. Sono super fiero ed orgoglioso di quanto ho fatto in questo 2019 perché un traguardo come le Atp Finals era impensabile 5-6 mesi fa. Ma so anche che devo guardare avanti, al futuro e continuare lavorare tanto. Sono un ambizioso e voglio sempre migliorarmi”.
UN 2019 DA RECORD
Intanto il 23enne gigante romano ha eguagliato o sfilato via al suo capitano in azzurro almeno un paio di record. Semifinale agli US Open 42 anni dopo Barazzutti, primo italiano al Masters 41 anni sempre dopo Corrado e a chiudere la stagione da top ten. Ma ha pure superato sia il capitano che Adriano Panatta: neppure loro erano riusciti a vincere una partita al torneo dei maestri come ha fatto Matteo. Ora ecco la Davis, in cui l’Italia vanta un solo titolo, conquistato nel 1976. E di quella squadra faceva parte Barazzutti insieme a Panatta, Bertolucci e Zugarelli. “Cosa penso del nuovo format? Io ho esordito lo scorso febbraio in India e proprio quella trasferta molto complicata a Calcutta, in cui abbiamo giocato sull’erba, mi è servita molto per il resto della stagione. E’ stato un momento importante esordire con la maglia azzurra. Certo la formula è cambiata, si decide tutto nell’arco di una settimana e non si gioca in casa o fuori. Ci sono tante squadre e penso sarà stimolante. E poi è sempre la Davis. Per quanto mi riguarda e da quando ero un ragazzino che sognavo di giocarla. Ti regala emozioni speciali”.
CONTA LA SQUADRA
Spesso si dice che la classifica quando indossi la maglia del tuo paese conta poco. “Sicuramente conta meno che nei tornei – conferma Berrettini – giochi con una responsabilità diversa, non solo per te stesso. Il ranking è importante, ma in Davis conta di più essere squadra, la solidità del gruppo”. E in questo l’Italia si presenta con le carte in regola: Barazzutti ha a disposizione oltre a Berrettini, Fabio Fognini, Andreas Seppi, Lorenzo Sonego (alla prima convocazione) e il doppista Simone Bolelli. “Abbiamo una squadra competitiva – conclude Matteo – ma con questa nuova formula è difficile fare pronostici. Per tutti è una prima volta. Ovviamente mi auguro che l’Italia centri un grande risultato e sono convinto che ne abbiamo tutte le possibilità”.