Chissà se il premier e il ministro dello sport o chi per loro, qualche volta cliccano su insidethegames.biz, sito inglese nato al tempo di Londra 2012, così bene informato da essere sistematicamente consultato dai 206 comitati olimpici del pianeta. Ieri è stato pubblicato un significativo articolo a firma di Nancy Gillen. Il titolo è tutto un programma: «Il presidente del Coni, Malagò avverte: è altissimo il rischio di divieto di bandiera italiana e inno a Tokyo 2020». Il testo pure: «Malagò ha parlato a Radio Rai delle potenziali ripercussioni dell’approvazione di una bozza di legge sportiva che potrebbe ridurre il ruolo del Coni nello sport italiano. Il Cio teme che la legge possa costituire un’ingerenza del governo in un comitato olimpico nazionale, severamente vietato dalla Carta Olimpica e ha sollevato dubbi sull’autonomia del Coni. Malagò ha affermato che il Cio deciderà su possibili sanzioni nella prossima riunione dell’esecutivo il 27 gennaio.
In settembre, il presidente del Cio, Thomas Bach, ha avvertito l’organizzazione di essere “molto preoccupata per la situazione e il funzionamento del Coni”. Malagò recentemente ha avuto un incontro con il premier Conte e ha sollecitato il governo a trovare una soluzione alla controversia. “Il rischio di andare a Tokyo senza un inno e una bandiera è molto alto. Sanzioni? Sarebbe spaventoso. Ci auguriamo che chi ha l’onore e la re- sponsabilità di trovare la soluzione mantenga almeno la parola, perché ormai tutti conoscono il rischio che corriamo”. Annota Gillen: «Alla fine del 2018, il Parlamento ha approvato la legge che ha creato un’organizzazione controllata dal governo istituita per distribuire fondi. Il nuovo ente “Sport e Salute” riduce il ruolo del Coni alla sola gestione della preparazione ai Giochi». Ecco. Ora che tutto il mondo sa come stanno le cose e un altro giorno è passato senza che il governo abbia battuto un colpo, reiteriamo l’invito a Conte: coraggio, evitiamo un’altra figura di melma.
Fonte tuttosport.com