ROMA – E’ come quando, ai primi freschi che segnalano che l’estate è ormai alle spalle, apri armadi e cassetti per il classico cambio di stagione: mentre sistemi, ti rendi puntualmente conto di quanti abiti e accessori non utilizzi più. Alcuni li butti senza pensarci su; di altri, invece, vorresti disfarti ma non ci riesci, magari perché sono legati a un periodo o un evento particolare o perché credi che prima o poi potrebbero tornarti utili.
Gli ultimi giorni di calciomercato regalano sempre una corsa sfrenata non tanto a prendere i giocatori più utili a puntellare l’organico, ma piuttosto a sfoltirlo liberandosi di quelli che non rientrano nei piani dell’allenatore e possono costituire delle grane: per il peso che hanno sul bilancio societario, innanzitutto; ma anche perché con i loro mugugni possono intaccare la serenità dello spogliatoio. Sulla carta, l’addio conviene anche agli stessi esuberi: anziché entrare in ibernazione per mesi, in attesa del mercato di gennaio col rischio di finire nel dimenticatoio, meglio ricominciare da un’altra parte, magari ridimensionando le proprie ambizioni ma con la speranza di mettersi in mostra e attirare le attenzioni di altri club. Ma non sempre dirigenti e giocatori riescono ad accordarsi per una separazione consensuale e il risultato è che si resta tutti scontenti.
In questa sessione, chi ha lavorato meglio per regalare al proprio allenatore una rosa asciutta e funzionale è il Milan: con la cessione di Laxalt al Celtic e la rescissione di Halilovic (per lui solo le briciole in Europa League), Pioli si risparmierà musi lunghi e dichiarazioni al vetriolo. Quelli che l’anno scorso non poté evitarsi Sarri alla Juventus dopo l’esclusione dalla lista Champions di Emre Can, e che anche il suo successore Pirlo rischia di affrontare: vero che nell’ultimo giorno di mercato Paratici si è speso in lungo e in largo per sfoltire con le cessioni di De Sciglio e Douglas Costa, che si aggiungono a quelle di Rugani e Pjaca (ma tutti sono partiti in prestito, quindi il problema si ripresenterà tra dodici mesi). Ma sul groppone sono rimasti Khedira e Bernardeschi, che hanno ingaggi importanti (insieme, al lordo costano quasi 15 milioni) e, soprattutto nel caso del tedesco, sono fuori dal progetto di Pirlo.
Anche in casa Inter non si può essere pienamente soddisfatti: in extremis, Marotta ha piazzato Joao Mario allo Sporting Lisbona e ha rescisso con Asamoah, che erano stati esclusi dalla prima lista dei 25 presentata alla Serie A. Ma Ranocchia, Brozovic, Vecino e Perisic sono rimasti nonostante i molti tentativi di cessione. Emblematico poi il caso Nainggolan: costato quasi 40 milioni due anni fa in una trattativa che ha portato Zaniolo alla Roma, dopo una sola stagione ha pagato il cambio di allenatore e con Conte in panchina è passato dallo status di stella a quello di persona non grata. Il Cagliari ce l’ha messa tutta per confermarlo dopo l’ottima stagione in Sardegna, ma non se n’è fatto nulla ed è difficile pensare che Conte possa ritagliare al belga un ruolo in squadra.
A Napoli la frustrazione più grande è legata a Milik: il polacco, che doveva rientrare nel vorticoso giro delle punte con Roma e Juve che si è inceppato sul più bello, si è tolto da solo dal mercato preferendo una stagione ai margini (gli azzurri hanno acquistato Osimhen e Petagna e lui è finito fuori rosa) per liberarsi a parametro zero a giugno e incassare un nuovo contratto più ricco. Una vera beffa per De Laurentiis, che lo aveva pagato 33 milioni dall’Ajax e si ritroverà con un pugno di mosche. Non è l’unico attaccante in esubero per Gattuso: anche Llorente non ha trovato casa e quindi resterà a Napoli fino alla scadenza del contratto a giugno.
E anche nella Capitale non sono pochi i giocatori in eccesso: alla Roma Fonseca ha retrocesso Pau Lopez, il portiere più pagato nella storia giallorossa (23.5 milioni), a secondo del 37enne Mirante, e poi sono rimasti i poco considerati Fazio, Juan Jesus e Pastore. Alla Lazio c’è una vera truppa di esuberi: Proto, Bastos, Jorge Silva, Durmisi, Di Gennaro e Kiyine. Se si esclude il difensore angolano, gli altri hanno messo insieme la bellezza di 14 presenze in Serie A con la maglia biancoceleste.
Non è detto che tutti questi giocatori siano condannato a mesi di oblio in attesa della riapertura del mercato: capita che durante il cambio di stagione ritrovi quell’indumento di cui ti eri proprio dimenticato e che invece ti stava proprio benissimo. Ma il più delle volte, per abiti e calciatori in esubero, non c’è una seconda chance.
Fonte www.repubblica.it