MILANO – Non c’è dubbio che il mercato invernale del Milan sia stato di gran lunga il migliore di tutta la serie A. Acquisti mirati per completare l’organico e cercare di non vanificare la splendida stagione fatta finora. Voglia di cavalcare l’onda, che vede i rossoneri sorprendentemente in testa alla classifica dalla prima giornata di campionato e di provare a inseguire quell’obiettivo,lo scudetto ovviamente, che inizialmente non era nei progetti ma che, cammin facendo, è diventato un obiettivo stuzzicante. Così si spiega come, nell’immobilismo generale, e dei competitors in particolare (Inter, Juventus, Napoli, Roma, Lazio e Atalanta),il fondo Elliot, con la complicità concreta di Gazidis e Maldini, abbia regalato a Pioli un difensore di primo livello, Tomori; un centrocampista con esperienza nel campionato italiano, Meite; e un attaccante sicuramente stagionato ma con quelle caratteristiche fisiche e comportamentali che erano assolutamente adatte al Milan, vale a dire Mandzukic.
Oltre Ibrahimovic
In realtà, però, ci sono anche altre situazioni che consentono di considerare il Milan di gran lunga la squadra più rafforzata, da febbraio in avanti. Gennaio, ad esempio, è stato il mese del grande rientro di Ibrahimovic, che era assente da fine novembre. Adesso tocca anche agli altri. E possono davvero essere gli “acquisti” scudetto. Pensiamo ad Ante Rebic: il coronavirus lo ha tolto di mezzo per tutto gennaio, tra il periodo della positività e la debolezza successiva, quando pure non era più positivo. Adesso, è tornato a essere l’uomo in più, l’altro finalizzatore implacabile. Non minore incidenza per le sorti del Milan ha Calhanoglu: anche a lui il Covid lo ha praticamente estromesso per tutto il mese di gennaio dal campo. Ma gli è bastato rientrare nel secondo tempo della sfida contro il Crotone per pennellare due assist a Rebic nel giro di un minuto e far ricordare a tutti quanto sia importante la sua presenza nell’economia del Milan.
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Fonte tuttosport.com