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Morte Maradona, la difesa di Luque e la battaglia per l’eredità

BUENOS AIRES – “Nessuno poteva immaginare che il suo cuore potesse cedere all’improvviso”, Leopoldo Luque non ci sta a fare da capro espiatorio per la morte di Diego Armando Maradona e ‘scarica’ sulle figlie la decisione di affidare a un altro medico la responsabilità delle cure. Il neurologo che ha operato il Pibe De Oro alla testa a inizio novembre ha presentato una difesa scritta in cui sostiene di non aver mai abbandonato il suo paziente: “Il nostro cliente – scrivono poi i legali del neurologo – non ha mai messo in pericolo la vita o la salute del suo amico, è stato lui a portarlo in clinica per fare un check-up completo e sottoporlo a una Tac”, il riferimento agli esami che hanno poi portato all’intervento alla testa. “Diego è stato poi assistito anche da una psichiatra e da uno psicologo perché tutti gli avevano consigliato di curare la sua dipendenza. Non permetteremo che si arrivi a un’incarcerazione solo per offrire un colpo a effetto”.

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L’eredità di Maradona

La battaglia per l’eredità del Pibe de Oro, intanto, sembra già cominciata: la figlia Jana avrebbe già avviato le pratiche legali mentre Dalma e Giannina si sarebbero rivolte all’avvocato Fernando Burlando per rappresentarle. Il primo passo sarà stabilire l’ammontare del patrimonio di Maradona (si parla di 40-50 milioni di dollari) e quanto spetta a ciascuno dei cinque figli riconosciuti, mentre parallelamente andranno avanti anche i procedimenti avviati dagli altri presunti figli del Diez fra La Plata, Cuba e Spagna e di cui si occuperà Matias Morla, ultimo legale dell’ex fuoriclasse del Napoli. Nelle prossime ore in Argentina è atteso anche Diego jr. Battaglia anche sui media dove Dalma ha scritto: “Sono distrutta e non so come andare avanti”, riferendosi alla zia Ana secondo la quale la figlia avrebbe abbandonato il padre a se stesso. 

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Fonte tuttosport.com

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