MISANO – Gli Allievi e il Maestro, trionfo italiano in MotoGP. Sembra una favola, invece è tutto vero. Vince Franco Morbidelli, campione timido e dolce, mamma brasiliana, casco dedicato all’Eguaglianza e al Black Lives Matter: anni fa Valentino lo ha letteralmente adottato, portandolo sui banchi di scuola della sua Academy di Tavullia. Sul traguardo, dietro ‘Franky’ passa la Ducati Pramac di un secondo scolaro da 30 e lode, quel ‘Pecco’ Bagnaia che – come l’altro – nelle stagioni passate ha vinto il titolo di Moto2 ma ora vuole molto di più. Anche il Doc oggi stava per salire sul podio, all’ultimo è stato beffato dallo spagnolo Mir: chiude 4° e un po’ deluso, qui a casa sua, però in fondo non importa. Il pesarese ha dimostrato di essere un esempio e un insegnante straordinario. Dopo Rossi, il motociclismo italiano può dormire sonni tranquilli: ci sono questi due straordinari ragazzi. Nel frattempo un altro pilota tricolore, protagonista di una gara anonima, può comunque festeggiare: Dovizioso approfitta dei capitomboli di Quartararo e grazie al 7° posto sul circuito romagnolo va in testa alla classifica del mondiale.
Morbidelli: “Scusatemi, che emozione”
“Non so che impressione faccia, vincere qui a Misano: devo ancora rendermene conto”, spalanca gli occhioni Morbidelli. “Sono felice, mi godo il momento. E vorrei ringraziare la squadra, i miei, tutti quelli che mi aiutano da tempo. Negli ultimi giri della corsa, in testa, pensavo a 7 anni fa: quando correvo su questa pista, nella Super Stock: anche allora avevo vinto, e la situazione era lo stessa. Anzi, no, adesso è molto meglio. Scusatemi, sono sopraffatto dall’emozione”.
Bagnaia: “Mi ha aiutato la rabbia dentro”
‘Pecco’ Bagnaia, che aveva saltato gli ultimi 3 gp dopo essersi fratturato la tibia destra nelle prove di Brno, sale per la prima volta nella sua carriera – aiutandosi con una stampella – sul podio della MotoGP. “E’ stata dura, ho passato 5 settimane veramente difficili. Però il nervosismo accumulato mi ha dato la rabbia per arrivare qui, e aggredire la gara. Tutti quelli intorno a me hanno fatto un lavoro incredibile, regalandomi l’energia giusta: il sapore di questo 2° posto è proprio buono. Come un’amatriciana”.
Franky e Vale, attenti a quei due
Allievo e Maestro hanno bruciato tutti al via, seguiti da Miller. Viñales ancora una volta si è fatto sorprendere, ma non è che Quartararo sia stato molto più reattivo. La fotografia dei primi 7 giri ha raccontato di un Morbidelli a comandare orgoglioso, col Doc appiccicato di un decimo, mentre l’australiano della Ducati prendeva già mezzo secondo per non parlare delle altre M1, staccate di oltre un secondo. Quindi la coppia Suzuki, mentre il gap di Bagnaia e Dovizioso era già di 4 secondi.
Un Quartararo da dimenticare
A un terzo della corsa il francesino della Petronas è finalmente riuscito ad avere la meglio su Maverick, che gli stava facendo da tappo: però il talentino di Nizza si è fatto tradire dal sangue siciliano e il troppo entusiasmo poco dopo gli è costato uno sciagurato scivolone. Rins ha cominciato a farsi sotto approfittando delle incertezze di Viñales. Ma soprattutto si è rivelato un prepotente Bagnaia, che ha preso a girare con tempi strepitosi.
Bagnaia, la Ducati che va
Un decimo alla volta, dopo 17 tornate Morbidelli ha portato il suo vantaggio su Valentino a 2 secondi, con un duo assatanato alle spalle: Rins, virtualmente sul podio, e ‘Pecco’, perfettamente recuperato dall’infortunio a Brno. L’altra Suzuki, quella di Rins, si è messa dietro Miller. Viñales galleggiava nell’anonimato e Dovizioso? Buio pesto: 8°, a quasi 8 secondi. Quartararo, che aveva caparbiamente ripreso in fondo a tutti, finiva nuovamente nella ghiaia.
Niente invasione, ma il pubblico fa festa
Sette giri dal termine, ed ecco un altro allievo del Doc – in difficoltà nell’inserimento in curva, forse a causa di una gomma media davanti sempre più consunta – lo ha superato: Franky, Pecco e Vale, tre italiani davanti a tutti. Quando sembrava fatta, ma all’ultimo giro Mir ha fatto un piccolo capolavoro infilando il pesarese. Vale la pena ricordare che il giovane maiorchino ha sempre avuto Rossi come pilota di riferimento. In fondo, è un altro allievo. Tre ragazzi sul podio e, per la prima volta, non c’è invasione della pista. Ma i diecimila spettatori – in Italia è stato il primo evento sportivo internazionale aperto al pubblico, nel rispetto delle distanze di sicurezza – hanno molto di cui gioire. E domenica prossima si torna a correre qui. Fonte www.repubblica.it