ZELTWEG – Dopo la bandiera rossa, raggiungendo il box Yamaha, Valentino Rossi si metteva le mani sul casco: “Mamma mia!”. Come un meteorite da un quintale e mezzo, a più di 300 all’ora, la M1 del suo allievo preferito – Franco Morbidelli – lo aveva sfiorato per pochi centimetri. Un miracolo. A fine gara, il Doc cerca le parole giuste per raccontare “il rischio più grande della mia carriera, un momento molto pericoloso”. E accusa il francese della Ducati Avintia, Johann Zarco: “E’ andato a frenare apposta davanti a Morbidelli. Ha cercato di danneggiarlo tagliandogli la strada. C’è da stare molto attenti, va bene essere aggressivo in pista ma qui si sta perdendo il rispetto per gli avversari: ora facciano qualcosa di serio a Zarco”. Perché, insiste il pesarese, questa volta “il santo dei motociclisti ha fatto un grande lavoro. Ho avuto tanta paura, riprendere la gara è stata dura”.
Morbidelli: “Zarco è un mezzo assassino”
Morbidelli è passato per la mani di Michele Zasa, responsabile della Clinica Mobile: la Tac non ha evidenziato fratture, però tante contusioni sulla parte destra del corpo. “Sto bene, rispetto alla caduta che ho fatto. Domenica prossima ci sarò”, tranquillizza il ‘Morbido’. Che poi attacca il francese: “Zarco è un mezzo assassino, fare una frenata così a 300 all’ora vuol dire avere poco amore per chi sta correndo con te. E’ stato molto pericoloso per me, ma anche per Valentino e Vinales”. Cerca di spiegare l’incidente: “Al momento della mia frenata ha cambiato traiettoria, è stato una bella botta”.
Aleix Espargarò: “Il francese è sempre di mezzo”
Sull’incidente interviene anche Aleix Espargarò, pilota dell’Aprila. E la condanna nei confronti di Zarco è unanime: “Ero appena dietro alle moto di Vinales e Valentino, posso dire che se fossero stati colpiti oggi sarebbe stata la pagina più nera nella storia della MotoGP: Zarco è sempre di mezzo, quando succedono queste cose. E’ un miracolo che nessuno si sia fatto male”.
Quartararo: “Possiamo solo ringraziare Dio”
Quartararo dice era troppo concentrato sulla sua gara – “Non funzionavano i freni” – per accorgersi esattamente di quel che era accaduto prima della bandiera rossa. “Poi sono arrivato nel box, mi hanno detto che era rimasto coinvolto Franco, il mio compagno di squadra. Ho visto l’asfalto, le moto distrutte: terribile. A quel punto puoi solo pregare Dio e ringraziarlo che sia andato tutto bene. Tornato in pista, ho cercato di non pensarci più”.
Dovizioso: “Noi piloti non possiamo essere umani”
Non pensare a quel che succede in pista, in certi momenti: è anche il mantra di Andrea Dovizioso. “Siamo esseri umani, ma noi piloti in certi momento dobbiamo esserlo di meno. Perché se sei razionale, non puoi più andare oltre i tuoi limiti”. Sì, ma che paura. “Certi incidenti fanno purtroppo parte del nostro sport, sono il lato brutto: ma a quel punto non ci devi pensare e rimani concentrato su te stesso, se vuoi davvero tornare in pista”. Opinione condivisa da un altro ducatista, Jack Miller: “Se sei un tipo razionale, allora non corri in MotoGp dandoti spallate a 300 all’ora”. L’australiano dice di aver visto anche l’incidente in Moto2 che ha coinvolto il malese Syarhin. “Però quella non era la ‘mia’ gara. Quando è successo a noi, devo ammettere che mi sono spaventato. Poi però ho abbassato la visiera, e ho spento i pensieri”.
Fonte www.repubblica.it