NAPOLI – Tra mercato, accuse di inadeguatezza ai vertici Uefa e progetti per il suo Napoli, Aurelio De Laurentiis appare più che mai carico in vista dell’inizio di stagione: “Il Covid ha stravolto i calendari e la Uefa che fa? Fa giocare subito le squadre nazionali, Ceferin non è all’altezza. Abbiamo lì Marchetti che stava in Lega, bisogna invertire le posizioni: seguire le Leghe e non la Uefa – ha dichiarato il presidente del club azzurro ai microfoni di ‘Radio Kiss Kiss’ – Con questa incertezza dobbiamo tornare a giocare solo perché ci stanno le nazionali? Al tifoso delle nazionali interessa fino ad un certo punto, così come della Champions e dell’Europa League. Ai tifosi interessa soprattutto lo scudetto”.
“Abbiamo chiuso per la cessione di Allan all’Everton”
Sul mercato il Napoli ha l’esigenza di perfezionare alcune operazioni in uscita: “Siamo ai saluti con Allan, abbiamo chiuso con l’Everton – rivela De Laurentiis – Milik? Stiamo lavorando e vediamo cosa succederà nei prossimi giorni”. Zielinski, invece, è più che mai al centro del progetto, come conferma l’ufficialità del rinnovo di contratto fino al 30 giugno 2024, annunciato sul sito web del club partenopeo. Il neo arrivato Osimhen, intanto, ha già fatto brillare gli occhi con la sua tripletta nell’amichevole contro L’Aquila: “Non fa testo perché abbiamo giocato contro squadre di Eccellenza. Forse sarebbe stato più probante un test tra il Napoli A e il Napoli A2. Mi sembra una bella gazzella, poi dobbiamo vedere in che modulo verrà inserito dall’allenatore. Ci sono tanti se e tanti ma, ora dobbiamo solo eliminare i calciatori non da Napoli e vedere chi inserire”.
“La serie A deve tornare a 18 squadre”
De Laurentiis si sofferma anche sul futuro del club e su quello del calcio italiano: “Il brand del Napoli è già forte di per sé, abbiamo 83 milioni di tifosi. Se rifacessi l’indagine credo che arriveremmo a 100. Come si fa a migliorare il calcio italiano? Bisogna sistemare la serie C che non ha ragione di esistere. Al massimo farei due gironi di serie B – prosegue il numero uno degli azzurri – trasformandola in un campionato semi professionistico. Anche il format della serie A va cambiato, deve tornare a 18 squadre e prevedere il paracadute per le retrocesse. E poi ribadisco che è da rivoluzionare il rapporto con la Uefa, che deve dipendere dalle leghe nazionali e non il contrario. Dobbiamo fermarci a riflettere e provare a cambiare il calcio, altrimenti Ceferin non ha nessun tipo di vincolo”.
Fonte www.repubblica.it