CASTEL DI SANGRO – Conferenza stampa congiunta nel ritiro di Castel di Sangro per Aurelio De Laurentiis e Rino Gattuso, che si sono presentati insieme sul palco del palazzetto dello sport con alle spalle la Coppa Italia, vinta a giugno. Il tecnico calabrese ha già voltato pagina, però. “Il nostro obiettivo è tornare nell’Europa che conta, anche se sappiamo che sarà molto difficile. Ma la casa del Napoli è la Champions League da tanti anni e quindi vogliamo arrivare tra le prime quattro, anche se tante squadre si sono rafforzate. Siamo un gruppo forte, in questo momento. Poi vediamo chi partirà. Vogliamo provare a fare qualcosa di nuovo. Osimhen attacca gli spazi, ha una grande forza fisica e potrà darci una grandissima mano. La coppia con Mertens? Non ci sono solo loro due, aspettiamo a fare previsioni sul futuro. In avanti ho tanti campioni, in particolare Insigne. Poi c’è Lozano, che ha la possibilità di fare molto meglio rispetto alla prossima stagione. Saranno prioritari gli equilibri tattici”. Ringhio si aspetta tuttavia dai suoi giocatori pure un atteggiamento mentale diverso. “Per alzare l’asticella ho bisogno di gente motivata. Nelle ultime 12 partite del campionato scorso c’è stato un calo di tensione dopo la vittoria in Coppa Italia e mi sono avvelenato. Con il Barcellona l’abbiamo buttata via, in Europa. Si vedeva che avevamo di fronte un avversario in crisi, battibile. Per fare il salto di qualità non bisogna mai mollare la presa”.
De Laurentiis ha spostato invece il tiro sul momento difficile del calcio. “Ripartire con gli stadi chiusi e giocare ogni tre giorni sarebbe una follia. Chi ha scritto questa commedia, Ceferin? Non si può sfasciare tutto per rispettare il calendario europeo. I campionati nazionali devono essere rispettati, anche se il format della Serie A è ormai superato. Cambiarlo è compito della Figc, non mio. Forse ne sentiremo parlare dopo il 31 agosto. Ma non bisogna accogliere le novità come se fossero un male, a volte servono per aggiustare il tiro. Ci sono delle partite che nessuno vuole più vedere. Il presidente si è poi soffermato sulla crisi economica dei club italiani, aggravatasi con il Covid.
“Il 28 saranno esaminate le proposte per i diritti tv, si sono fatti avanti altri fondi. Ci manca almeno un miliardo tondo all’anno, perché siamo schiavi di una vecchia mentalità e della legge Melandri, che ha fatto danni a non finire”. Il Napoli però ha i conti in regola e non si sente alla canna del gas. “Se sommiamo gli acquisti delle ultime tre sessioni di mercato, la nostra società ha sforato il tetto dei 300 milioni di spesa. Gattuso ha già 35 giocatori a disposizione, aspettando Petagna. Ne abbiamo quindi circa undici in esubero. Il nostro allenatore valuterà chi è giusto che vada altrove. Ma se il mercato resterà rarefatto, come è stato finora, i nostri big non saranno messi in saldi. Vedo intorno a noi degli avvoltoi, che sbatteranno tuttavia contro la nostra corazza impenetrabile. Koulibaly resta? È una domanda che andrebbe fatta al City, al Manchester United e al Psg, non a me. Il nostro sarà un mercato di attesa, mi sono molto adirato con i miei colleghi e Gravina era d’accordo con me: bisognava ripartire a ottobre. Nessuno ha ancora capito niente sull’evoluzione di questa emergenza. Il calcio è solamente un gioco o un’industria, come sostengo io? Il presidente federale verrà qui tra due o tre giorni e faremo una tavola rotonda”. Per chiudere una frecciata a Orsato (“Gli arbitri? Dipende da chi li guida, se sbagliano e vanno lo stesso a fare la finale di Champions League… “) e un notizia. “Abbiamo prolungato fino al 2025 il contratto di Zielinski”.
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