TORINO – «Napule è mille culure, Napule è mille paure», secondo il celebre affresco partenopeo di Pino Daniele. A dipingere un mondo agli antipodi rispetto a quello in cui è immerso da 36 anni a questa parte Cristiano Ronaldo, atteso domani pomeriggio a Fuorigrotta. Sarà la quarta volta in carriera, la prima però da quando lo stadio ha abbandonato la denominazione di San Paolo in favore dell’intitolazione a Diego Armando Maradona. Ulteriore stimolo per un fuoriclasse che si nutre di sfide e di competizione, anche a distanza.
Senza paura, appunto, senza timori per un costante e continuo confronto che anzi lo esalta e ne acuisce i sensi. Quelli coltivati in una quotidianità, ancora, distante dal concetto di genio e sregolatezza che pure ha riservato antiche gioie al popolo napoletano. Ma molto più affine ad un modo di pensare in bianco e nero, bianco o nero: senza sfumature né compromessi. Lavoro maniacale e cura del dettaglio quasi ossessiva che hanno fatto di CR7 un bomber capace di segnare in ogni angolo del mondo in cui sia sceso in campo, compresa Napoli naturalmente.
Cristiano Ronaldo a Napoli, a segno non col Real ma con la Juve
Non con indosso la maglia del Real Madrid, quando mise a referto un assist nel 3-1 con cui gli spagnoli violarono l’allora San Paolo negli ottavi di finale della Champions League 2016-17. Ma con quella della Juventus, appunto: due stagioni fa partecipò alla festa nel 2-1 esterno firmato da Pjanic ed Emre Can senza colpire in prima persona, lo scorso anno invece trovò il suo primo gol a Napoli con un ininfluente guizzo a tempo scaduto in una sconfitta di misura. Per il quarto viaggio in terra campana, allora, Cristiano ha in mente una chiusura del cerchio inedita rispetto ai precedenti: una partita conclusa con una vittoria di squadra, naturalmente, e con una firma d’autore, tanto per bagnare a modo l’esordio nella struttura adesso dedicata alla memoria del Pibe de Oro.
Fonte tuttosport.com