Olanda, Danimarca, Spagna
Oggi Lobotka si gode i frutti dell’impegno. Iniziò a Trencin, nella sua Slovacchia, poi il grande salto ad Amsterdam nel 2013 per giocare nella squadra B dell’Ajax: 33 partite, 3 gol, lui e Bazoer a centrocampo. Impara subito l’inglese, si becca i primi complimenti e la consapevolezza di potercela fare, anche se a fine anno tornerà al Trencin.
Pronti, via ed è subito double: vince coppa e campionato nel 2015, tant’è che l’anno dopo vola in Danimarca per firmare con il Nordsjaelland, la squadra di Emre Mor (talento turco cercato anche dall’Inter due stagioni fa, poi ritrovato quest’anno al Celta). Stavolta niente danese, se la cava con l’inglese imparato in Olanda.
In due stagioni gioca sempre, salta soltanto 3 partite, i tifosi lo paragonano a Verratti ma lui preferisce volare basso. Pochi idoli, sacrificio e testa bassa: nel 2017 vola al Celta Vigo e oggi è ancora qui, in attesa di conoscere il suo futuro. Sta studiando lo spagnolo grazie a un insegnante privato, e quando un giornalista gli domanda come si dice “sogno” lui traduce senza problemi: “Sueño”. Quello di giocare insieme ad Hamsik, o di tornare il bambino di Trencin che segnava con un pallonetto.