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Nazionale, Mancini guarda avanti: anche oltre l’ombra di Lippi…

FIRENZE – Oltre all’Europeo del prossimo giugno, farà anche il Mondiale d’inverno nel 2022: Roberto Mancini ha dichiarato che rimarrà commissario tecnico almeno fino alla coppa del mondo in Qatar, perché la rinascita dalle ceneri della mancata qualificazione di Ventura a Russia 2018 è stata un lavoro troppo faticoso e riuscito per lasciarne i frutti a qualcun altro. Senza giri di parole, di fronte alle domande sulla tentazione delle potenziali panchine alternative (in Premier League soprattutto) e sul chiarimento col presidente della Figc Gravina circa l’imminente ingaggio come direttore tecnico dell’illustre predecessore Lippi, eroe di Berlino 2006, il ct ha scelto la modalità Domenico Modugno: se la lontananza è come il vento, il fuoco tra lui e la Nazionale è di quelli grandi, che non si spengono. In effetti, nei quasi 10 mesi di lontananza dovuta alla pausa forzata, il vento ce l’ha messa tutta per spezzare il suo idillio con la squadra italiana più vincente del 2019: 10 vittorie in 10 partite, 37 gol fatti e 4 subiti, che diventano 38 sommando l’undicesimo successo consecutivo, l’1-0 in amichevole con gli Usa a fine 2018. Però il legame è rimasto forte. L’idillio è stato sì interrotto dal coronavirus, ma questa sorta di sgradito anno sabbatico non ha incrinato la passione di Mancini: tutt’al più, congelando l’attività delle Nazionali mentre campionati e coppe in un modo o nell’altro ricominciavano, gli ha semplicemente confermato che gli interessi dei club prevalgono sempre, perché il calendario strizzato soffocherà gli azzurri e ne condizionerà sia la preparazione dell’Europeo sia le delicatissime qualificazioni al Mondiale 2022, in cui c’è posto solo per 13 Nazionali affiliate all’Uefa.
 

I confini di Lippi dt

Le oggettive difficoltà non sono state una ragione sufficiente per raffreddare l’entusiasmo del ct. Né lo è stata la vicenda Lippi, così riassumibile. L’ex condottiero dell’Italia campione del mondo a Berlino era già stato dt in pectore (con Ventura ct) durante la presidenza Tavecchio, prima che la norma sull’incompatibilità col mestiere di procuratore del figlio Davide congelasse l’accordo raggiunto con la Figc. Ora può ridiventare dt a tutti gli effetti, perché quella norma non vale più. Mancini lo ha saputo soltanto dai giornali. Ma dopo la sorpresa iniziale ha scelto la linea del pragmatismo: non cambia niente, ha argomentato, siamo sempre aperti alle persone in gamba. Non c’è dubbio che Lippi, figura centrale nella storia della Nazionale, rientri nella categoria. La differenza, rispetto al team manager Oriali e al capo delegazione Vialli, è che l’ex ct non farà parte dello staff della Nazionale: il suo ruolo di direttore tecnico prevede il coordinamento di tutte le altre squadre. Quanto al progetto tecnico della Figc con Mancini, il suo attuale contratto è in scadenza nel 2022 e il presidente federale Gravina, atteso dalle elezioni nel 2021, non intende ridiscuterlo, se non per un eventuale prolungamento. Fuori dai tecnicismi contrattuali, il risultato dell’Europeo di giugno diventerà lo spartiacque per proseguire il cammino anche oltre il Mondiale.

Zaniolo l’eclettico

Il suddetto pragmatismo di Mancini avrà subito modo di manifestarsi. Le due partite con la Bosnia il 4 settembre a Firenze e con l’Olanda il 7 ad Amsterdam non segnano solo il ritorno in campo, a 9 mesi e mezzo dallo storico 9-1 di Palermo con l’Armenia, ma sono fondamentali per conservare il ruolo di testa di serie nel sorteggio delle qualificazioni al Mondiale, il 29 novembre a Zurigo (le qualificazioni della zona europea cominceranno a marzo 2021). Oggi l’Italia è l’ottava tra le europee nel ranking Fifa e le teste di serie saranno 10 come i gironi di qualificazione, però è incalzata proprio dall’Olanda. Anche nelle successive partite della Nations League a ottobre (l’11 a Danzica con la Polonia, il 14 a Milano con l’Olanda) e novembre (il 15 a Roma con la Polonia, il 18 a Zenica con al Bosnia) l’obiettivo dovrà dunque essere la conquista dei decimali necessari per non perdere posizioni nel ranking e se possibile per guadagnarne altre. Dal punto di vista dei giocatori, si tratta anche dell’occasione per resistere alla prima scrematura alla lista dei 23 per l’Europeo. L’abbondante lista dei convocati a Coverciano (35) obbedisce alla necessità di scegliere le formazioni per Bosnia e Olanda valutando soprattutto le condizioni fisiche dei convocati – un’incognita, perché non tutti nel post Covid hanno lo stesso grado di preparazione – ma è evidente come il ct abbia voluto ampliare la rosa per osservare nuovi possibili innesti, a cominciare dai neoconvocati Locatelli, Caputo e Bastoni. Anche se il nucleo della squadra è già pronto e torna il capitano Chiellini dopo il grave infortunio al ginocchio, alcune gerarchie potrebbero essere riviste da qui a giugno. Stavolta la vetrina è in particolare per i centrocampisti, date le assenze di Verratti (infortunio)  e Tonali (non è arrivato a Coverciano, anche se il Brescia non conferma che sia fermo per il Covid) e dati i dubbi su Jorginho (dopo la quarantena in Inghilterra sarà sottoposto al tampone): Sensi e Zaniolo, se Jorginho non dovesse essere a disposizione, sembrano al momento i favoriti per completare il centrocampo a e con Barella. L’occasione più grande è certamente per l’eclettico Zaniolo, in grado di sdoppiarsi tra i ruoli di incursore di centrocampo e di esterno d’attacco: dalla doppietta con l’Armenia, ha subito un serio infortunio al ginocchio, è stato operato, è guarito, è tornato in campo e adesso può riprendersi quell’Europeo che aveva virtualmente perso.
 

Fonte www.repubblica.it

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