RIO DE JANEIRO – Da calciatore professionista a cantante di successo, tutto nel giro di pochi anni. Jakson Follmann ha solo 28 anni ma ha già vissuto due vite. La prima è quella di un ragazzo che realizza il suo sogno e diventa un calciatore professionista, portiere in una squadra che milita nella prima divisione brasiliana e che arriva a giocarsi una finale continentale. La seconda comincia proprio da quella finale di Coppa Sudamericana contro l’Atletico Nacional. O meglio, dal viaggio per andarsela a giocare quella partita.
L’incidente
Il 28 novembre 2016 l’aereo che trasporta la sua Chapecoense a Medellin, in Colombia, si schianta nei pressi dell’aeroporto José Maria Cordoba, a 50 km dalla capitale dell’Antioquia. Su 77 persone presenti a bordo, ne muoiono 71. Della prima squadra sopravvivono sono tre calciatori, uno di questi è Jakson. Per salvargli la vita i medici sono costretti ad amputargli una gamba e a decretare così la fine della sua carriera da calciatore.
Lento recupero
Dopo l’incidente Jakson passa 56 giorni in una stanza di ospedale. Non ha più un arto e si ritrova con 13 fratture e un trauma difficile da superare. “Ho cominciato ad apprezzare le piccole cose. Le conquiste quotidiane mi davano la forza per andare avanti e scandivano il mio tempo. Riuscire a indossare una scarpa chiusa, fare qualche passo, abbracciare le persone amate in piedi. Tutto questo ha significato tanto per me e ancora adesso, dopo quasi quattro anni, continuo a ricercare e a godermi le piccole cose”, racconta Jakson.
La musica come medicina
Il 2017 è l’anno della sua rinascita. Una seconda vita scandita dal ritmo del sertanejo, un genere brasiliano che è una sorta di musica country affermatosi maggiormente nelle aree rurali del Paese durante gli anni Venti del Novecento. “Quando ero calciatore portavo sempre la chitarra in ritiro e quando finivano gli allenamenti e con gli altri calciatori volevamo rilassarci, ci riunivamo per suonare e cantare insieme. La musica è sempre stata importante per me e durante le fasi di recupero è stata essenziale per trasmettermi energie positive”, ricorda Jakson.
Il sogno delle paralimpiadi
La musica e lo sport. Il binomio inscindibile nella sua vita. Sì, perché se la musica aiuta il suo spirito, è lo sport a spingere il suo corpo. Così, dopo centinaia di ore di terapia riabilitativa, Jakson è di nuovo in piedi. Il calcio professionistico non è più praticabile, ma il nuoto sì. L’ex portiere si allena duramente tutti i giorni e si pone come obiettivo quello di partecipare alle Paralimpiadi del 2020 come nuotatore. La diffusione del coronavirus rimanda però l’appuntamento e Jakson si dedica completamente alla musica.
La vittoria del programma tv
“Ho avuto due sogni nella mia vita. Il primo l’ho realizzato, era quello di diventare un calciatore professionista. Il secondo non sapevo nemmeno di averlo fino a poco tempo fa: quello di fare della musica la mia nuova professione”, confida Jakson. Nel 2019 partecipa al programma brasiliano ‘Popstar’ e lo vince. “È stato fantastico perché si è trattato di una percorso. Inizialmente ero molto in imbarazzo davanti alle telecamere e al pubblico, ma alla fine tutto è andato per il meglio ed è stata un’esperienza che mi ha aperto le porte verso una carriera insperata”.
Successo musicale
Il sogno di una seconda vita per un ragazzo che a 28 anni ne ha già viste tante comincia a materializzarsi. Jakson lancia il suo primo singolo ‘Dois passarinhos’ e registra un videoclip con sua moglie e suo figlio. Nella sua casa, in piena quarantena, prepara il suo primo album e comincia a esibirsi ‘livè sui social network. Lo sguardo è sempre al futuro e a un progetto che lo porterà in giro per il Brasile. “Sono felicissimo di annunciare il mio primo tour musicale. Si terrà nel 2021: poche date in una decina di città. Niente stadi o locali affollati, gli spettacoli saranno poco movimentati e si terranno nei teatri”. La sua seconda vita è appena cominciata e Jakson non riesce a smettere di sognare.
Fonte www.repubblica.it