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“No ai prestigiatori”, esplode la polemica sul blocco delle retrocessioni

A due settimane dal recupero Torino-Parma che dovrebbe segnare, a meno di nuove sorprese, la ripartenza della serie A, sale la tensione in vista del Consiglio federale di lunedì prossimo, che dovrà definire delicate questioni in sospeso. L’assemblea di Lega A, che ieri ha votato con 16 sì e quattro astenuti, per la non assegnazione dello scudetto e il blocco delle retrocessioni in caso di stop anticipato, ha agitato le acque e alzato il livello della polemica. La volontà espressa dalla Lega di A si scontrerà con i numeri in consiglio federale, lunedì. Forse anche per questo le altre Leghe non hanno risposto alla bordata esplicita con una dichiarazione di guerra aperta.

La rabbia di Vigorito

Ma a dar voce alla sorpresa e alla rabbia delle altre serie è Oreste Vigorito, presidente del Benevento, capolista della serie cadetta con +20 sulla seconda e la promozione di fatto “congelata”: è lui tra i primi a tuonare contro un possibile cambio del format, opponendo un netto ‘no’ ai giochi di prestigio e la proposta dei club maggiori rischia di trovare un muro invalicabile tra le altre leghe e le componenti. “Non ci siamo iscritti a un sistema di prestigiatori, in cui appaiono e scompaiono all’improvviso ipotesi e tesi”, afferma Vigorito, che con la sua squadra in testa con 20 punti di vantaggio sulla seconda ha la promozione garantita. “Ora dobbiamo solo aspettare e scoprire se c’era il trucco: sarò felice con la promozione, altrimenti mediterò sulle conseguenze”.

A sorprenderlo è stata la delibera della Lega maggiore, che cambia tutti gli scenari. “Il Consiglio federale dovrà fadecire una pronuncia di competenza e buonsenso – sollecita Vigorito – per arrivare a delle conclusioni su un campionato che improvvisamente cambia format sette giorni dopo da quando è stata stabilita la ripartenza. L’algoritmo varrebbe solo per chi festeggia l’Europa mentre quelli che dovrebbero fare il funerale lo tolgono?”, si chiede.

Un blocco delle retrocessioni avrebbe conseguenze a cascata sia sulla serie B, sia sulla serie C, con numeri di partecipanti quasi ingestibile. Inevitabile sarebbe poi la sequela di ricorsi, già annunciati da 31 club di serie D che rifiutano la retrocessione a tavolino decisa dalla Lnd con lo stop al campionato e che dovrebbe essere ratificata dal Consiglio federale. Se dalla Lega A è emersa la volontà di evitare le retrocessioni in caso di fine anticipata del campionato, in consiglio federale i club della massima serie non hanno però i numeri per far passare il principio.

Al momento, la via Figc per il piano B prevede il ricorso a play off e play out solo in caso di impedimento alla ripartenza, e un ricorso all’algoritmo se a campionato ripreso ci si fermasse senza possibilita’ di ripartire. Se invece uno stop avvenisse a breve, e con abbastanza tempo davanti, allora bisognerebbe riconvocare un consiglio urgente e valutare la situazione al momento. Il convincimento di molti, non solo all’interno del mondo del calcio, e’ che di qui al 20 giugno anche le regole per la quarantena di un eventuale positivo potrebbero essere diverse.

Intanto Rocco Commisso rivela: “Anche Iachini ha avuto il coronavirus, non lo sapevo”, e poi pensa alla ripresa. “Niente scherzi, dobbiamo restare in A e poi pensare al rilancio”: come dire, in campo si va per giocarsi i verdetti finali sul serio. Il Consiglio federale di lunedi’ dovrà poi esaminare anche un’altra questione, quella dei contratti dei giocatori. Il presidente federale, Gabriele Gravina, ha pronta la norma che porterà ad allungarli fino al 31 agosto. Anche su questo, ci sarà da discutere.

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