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Ronaldo, Lukaku, Ibra e le tasse: Serie A spaventata, ecco che sta succedendo

MILANO –  In una circolare l’Agenzia Delle Entrate ha fornito una serie di chiarimenti sul “regime agevolato degli impatriati”, che nel cosiddetto Decreto Crescita (Dl n.34/2019) era stato ampliato anche agli sportivi professionisti e per questo sfruttato da tante società di Serie A. Chiarimenti che hanno di fatto bloccato il provvedimento, con nuovi problemi per le società.

Consegueze e vittime

A chi sposta la propria residenza in Italia dopo due anni trascorsi all’estero, e per almeno due anni, viene applicata una tassazione agevolata: per gli sportivi, la percentuale dell’imponibile è fissata al 50%, con un ulteriore 0,5% della base imponibile che deve essere destinato ai settori giovanili (con modalità da definire tramite Dpcm). Una normativa approvata nell’estate 2019 che ha agevolato molto club della Serie A capaci di attirare campioni con stipendi alti riducendo il costo lordo a bilancio. Giocatori come Romelu Lukaku e Matthijs De Ligt fino a Zlatan Ibrahimovic, Franck Ribery e Christian Eriksen.

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Doccia gelata: norma non applicata ai professionisti

La circolare 33/E dell’Agenzia delle Entrate ha infatti precisato che la norma non può venire applicata per gli sportivi professionisti finché non verrà emanato il Dpcm relativo. Un danno non da poco per i club di Serie A (ma anche di altri sport come il basket), che si potrebbero trovare costretti a rimborsare una fetta corposa di tasse dovute, senza considerare l’impatto sul calciomercato di gennaio che prenderà il via nei prossimi giorni: il rischio è che tanti tra gli obiettivi all’estero possano svanire, in attesa di ulteriori chiarimenti.

Questione bilanci e stipendi

Aspettando novità dal Governo, intanto c’è chi, come Inter e Juventus, hanno già accantonato nell’ultimo bilancio la cifra eventualmente da rimborsare (rispettivamente 11 e 7 milioni di euro) anche se l’impatto rischia di essere maggiore. Il problema per tante società riguarderà soprattutto la liquidità, causa assenza dei ricavi da botteghino e ricavi minori. I club di Serie A si trovano quindi a fronteggiare una situazione spinosa soprattutto in merito agli stipendi: tra le ipotesi c’è quella di versare subito quanto dovuto (indipendentemente dall’eventuale e atteso Dpcm) con conseguente aumento dei costi, per non rischiare un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, oppure di attendere il Governo.

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Fonte tuttosport.com

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