ROMA – Il coraggio di uscire allo scoperto in un mondo “maschio”. Levi Davis, 22enne rugbista britannico aveva fatto coming out per la prima volta lo scorso aprile con un messaggio di gruppo su WhatsApp a tutti i suoi compagni di club del Bath. “Ciao ragazzi. Voglio solo dirvi una cosa che mi sta divorando dentro da quattro anni. Voglio essere franco e onesto con voi, come amico e come compagno. Io sono bisessuale. Lo so da quando avevo 18 anni”. Per concludere il suo messaggio, aveva aggiunto con una nota di umorismo: “Nessuno di voi è nel mio radar… quindi va tutto bene”.
“Nascondere chi sei può ucciderti”
Dopo le reazioni positive dei suoi compagni di squadra a Bath, Davis ha deciso di rivelare il suo orientamento sessuale a un pubblico più ampio, cosa che ha fatto nelle colonne del ‘Mail on Sunday’: “Non so ancora dove vado, ma parlando oggi mi sto dando la possibilità di camminare mano nella mano con chi voglio. Nascondere chi sei può ucciderti”. Prima di rivelare la sua bisessualità, Davis infatti ha attraversato un periodo di depressione, disturbato da “una forma di vergogna, perché pensavo, e lo faccio ancora, di non essere normale”.
“Essere bisessuale non vuol dire essere meno uomo”
Ex candidato del Celebrity X Factor show come membro di una boy band di rugby, ha ora lasciato Bath per unirsi agli Ealing Trailfinders, in seconda divisione. Davis è il primo giocatore a rivelare la sua bisessualità: prima di lui, nel 2009, Gareth Thomas si era dichiarato omosessuale quando aveva appena interrotto la sua carriera. “Mi rendo conto, però, di essere un po’ di nicchia e difficile da classificare: un professionista di rugby nero, bisessuale, istruito privatamente. Anche i neri che mi ascoltano al telefono a volte dicono: ‘Non sembri nero, sembri bianco’. Solo perché sono bisessuale non mi rende meno uomo”.
Fonte www.repubblica.it