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Schumacher lotta per vedere Mick vincere. Le sue condizioni a sette anni dall’incidente

TORINO – Il 29 dicembre 2013 è una data che rimarrà indelebile nel percorso di vita del sette volte campione del mondo Michael Schumacher. Esattamente sette anni fa, infatti, il pilota tedesco fu vittima di un terribile incidente mentre andava sugli sci a Meribel, dove si trovava in vacanza con la famiglia: cadde su una roccia, scomparendo definitivamente dalla scena pubblica. Le sue condizioni fin da subito vennero definite gravi e dopo esser stato portato in elicottero all’ospedale più vicino, dove venne sottoposto ai primi esami, fu trasferito a Grenoble, Francia. Qui, per via delle sue condizioni estremamente gravi, venne operato in due occasioni per cercare di rimuovere diversi edemi interni e fu indotto in coma farmacologico per cercare di preservare il più possibile il resto delle sue funzioni cerebrali. Intanto la famiglia si è trincerata in un silenzio assordante, un patto stabilito lo stesso giorno del compleanno di Michael, il 3 gennaio, in un annuncio della sua manager Sabine Khem, ai giornalisti riuniti all’ingresso dell’ospedale di Grenoble. Sei mesi dopo, giugno 2014, fu lei stessa a dare le prime buone notizie: “Michael ha lasciato l’ospedale universitario di Grenoble per proseguire con la sua lunga fase di riabilitazione. Non è più in coma”. Nove mesi dopo l’incidente, nel settembre 2014, Schumi  fu trasferito in un ospedale in Svizzera, poi nella sua casa sulle rive del Lago di Ginevra a Ginevra per iniziare la riabilitazione.   

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Da Massa a Jean Todt: tutti pregano per Schumi

Le poche e frammentarie notizie sullo stato di salute del sette volte campione del mondo, giungono da ex piloti e amici, come Felipe Massa, che recentemente a commentato: “So come sta, ho informazioni. Il mio rapporto con lui è sempre stato molto stretto. Sappiamo che la sua situazione non è facile, che è in una fase difficile, ma dobbiamo rispettarlo, come vuole. A loro non piace divulgare alcuna informazione, e chi sono io per farlo?”, ha dichiarato, aggiungendo: “Sogno e prego ogni giorno che lui migliori, in modo che possa apparire di nuovo in un circuito, soprattutto ora che il suo figlio corre. Per me incoraggiarlo e seguirlo. Quindi prego che possa accadere un giorno”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della FIA ed ex CEO della Ferrari Jean Todt: “Amo Michael e la sua famiglia, e trascorro più tempo possibile con loro. Sta lottando. Spero che il mondo possa rivederlo presto. Per questo, sia lui che la sua famiglia stanno lavorando. Viene curato in modo che possa tornare a una vita più normale”. Poi continua: “Sappiamo che ha avuto un terribile e sfortunato incidente sugli sci che gli ha causato molti problemi. Ha una moglie straordinaria al suo fianco, i suoi figli e le sue infermiere, e non possiamo che augurare il meglio a lui e alla sua famiglia. Tutto quello che posso fare è stargli vicino e se posso fare qualcos’altro, lo farò”. Anche Elisabetta Gregoraci, durante la sua partecipazione al Grande Fratello Vip, ha rivelato: “Non parla. Comunica con gli occhi. Solo tre persone possono andare a vederlo. Si sono trasferiti in Spagna e sua moglie ha allestito un ospedale a casa sua”.

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Schumacher: il parere dei medici sulle sue condizioni

Poi ci sono le notizie che giungono dal personale medico. Nel 2019 è trapelata la notizia che Schumi venisse curato con cellule staminali. Lo stesso Philippe Menasché, il cargiologo che lo cura, ha confermato: “L’obiettivo è rigenerare il sistema nervoso centrale di Michael”, mentre il dottor Nicola Acciari, neurochirurgo dell’Ospedale Bellaria di Bologna, ha dichiarato che l’ex pilota soffre di atrofia muscolare e osteoporosi: “Negli ultimi 20 anni la scienza ha fatto enormi progressi nel campo della cura con le cellule madre. Ma questo non cambia il fatto che sappiamo ancora poco del cervello umano. Non possiamo prevedere quali risultati porterà il trattamento”. Scettico il neurologo Erich Riederer di Zurigo, che spiega: “Penso che sia in uno stato vegetativo, il che significa che è sveglio ma non risponde. Respira, il suo cuore batte, può probabilmente sedersi e fare piccoli passi con aiuto, ma non di più. Penso che sia il massimo per lui”

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Mick erede di Michael? Schumi lotta per vederlo trionfare

Il 2020, però, è stato l’anno dell’ascesa di Mick. Il giovane pilota, infatti, è riuscito a vincere il campionato di Formula 2  nell’ultima gara al Gran Premio di Sakhir e all’inizio di dicembre la Haas ha ufficializzato la sua firma per il 2021, dove condividerà la squadra con l’altro giovane della F2, Nikita Mazepin. Se Mick possa essere veramente l’erede di papà Michael lo dirà solo la pista, di certo il sette volte campione del mondo continua nella sua lotta personale con la vita anche per godersi i trionfi di Mick e per applaudirlo mentre sale sul gradino più alto del podio.

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