NAPOLI – Enrico Lubrano, avvocato facente parte del colleggio di difesa del Napoli, ha commentato a Radio Punto Nuovo la sentenza che ha disposto il rinvio a data da destinarsi della partita originariamente prevista tra la Juventus e i partenopei: “Questa non è una mia vittoria, né degli altri avvocati, è una vittoria della società e di De Laurentiis. L’avvocato può vincere una causa solo se ci sono delle ragioni valide nella condotta del suo assistito, noi abbiamo vinto perché siamo riusciti a dimostrare che la condotta del Napoli è allineata ai principi della legalità. I giudici federali hanno perso due passaggi fondamentali: hanno negato la presenza di cause di forze maggiori, noi abbiamo dimostrato che i problemi del sabato, erano di isolamento domiciliare e, lo dice la normativa – ma è intuitivo -, comporta di per sé, l’obbligo di permanere presso la dimora con divieto di spostamento. Questo significa che l’intero gruppo squadra non può partire, per cui la società, responsabile, ha dovuto scegliere di ottemperare al provvedimento delle autorità. Il secondo motivo, è che la Giustizia Federale dice che le cause di forza maggiore possono far riferimento solo alla domenica: la partita non si è giocata perché il Napoli non si è presentato e noi abbiamo dimostrato che questo provvedimento è stato decisivo. Se avesse consentito lo spostamento in bolla, avrebbero avuto 7 ore e 17 minuti per raggiungere lo stadio: impossibile poterlo fare, includendo anche i tamponi prescritti dalla normativa. In ogni caso, la preclusione era rilevante perché ha impedito una partenza che sarebbe stata ancora possibile. Abbiamo evidenziato una distorsione dei giudici federali che avevano applicato principi contrari: abbiamo dimostrato anche che il Napoli non aveva alcun movente, visto che quello era il momento ideale per giocare, data la fase iniziale della Juventus che faticava ad accorpare la squadra con un nuovo allenatore. Il Napoli non aveva paura di perdere, ma ha voluto rispettare le regole. La Juventus può fare quello che vuole, anche un ricorso depositato al Tar, ma avrebbe due ostacoli quasi insormontabili: legittimazione attiva, violerebbe l’art. 3; trattandosi di materia disciplinare sportiva, si può chiedere al giudice amministrativo il solo risarcimento dei danni equivalente. Non può chiedere la demolizione o annullamento delle decisioni perché precluso dalla Corte Costituzionale.
“Se è finita qui? La Procura valuterà la condotta del Napoli, che ha aperto un nuovo provvedimento disciplinare sull’essersi svincolati in maniera sleale dalla partita. Loro faranno le proprie valutazioni giuridiche. Tutto può succedere quando si parla di diritto e giustizia, non ci sono certezze, sono scienze inesatte. Ci sono però dei dati oggettivi, il Napoli non ha violato il protocollo costituto dalla circolare del 18 giugno 2020 disposta dal Ministero della Salute. Il Napoli non ha neppure violato alcuna lealtà sportiva perché la trasferta è stata negata dalle autorità sanitarie domenica. Il Napoli non ha fatto altro che seguire la circolare, la ASL ha dato le indicazioni ed il Napoli le ha seguite, partendo le avrebbe violate, non avrebbe magari perso a tavolino, ma avrebbe avuto conseguenze penali e disciplinari. Non si può mai stare sereni, ma fiduciosi con i piedi inchiodati per terra. La Lega, nel decidere la data in cui verrà disputata la gara, dovrà essere quanto più rispettosa del principio di linearità del campionato e farla giocare quanto prima possibileNatale migliore per tanti tifosi? Una grande soddisfazione. La vittoria più importante di ieri non è solo quella sportiva, ma il recupero della dignità violata, non solo della società, ma anche di tutta la tifoseria e dell’intera città. Per che squadra tifo? Sono affezionato al Napoli, soprattutto in questo momento. Ma per segretezza professionale, è top secret”.
Lubrano a Radio Marte: “Evidenziati bene gli errori giuridici”
Lubrano ha parlato a anche a Radio Marte del medesimo argomento: “Ci tengo a non mettere in contrapposizione le società. Il dato è unico e la soddisfazione deriva dall’aver ottenuto giustizia come era giusto che fosse e aver restituito al Napoli e al Presidente la dignità negata in tutto questo tempo. Il primo pensiero riguardo alla decisione attiene al punto recuperato, alla chance di giocare una gara importante. Il punto ancora più importante però per tutti è la dignità. Queste decisioni – che io rispetto assolutamente – avevano tolto dignità alla società, che era stata ingiustamente accusata di un dolo di preordinazione che invece era manifestamente inesistente. C’erano stati degli errori giuridici comprensibili ma consistenti nei due gradi di giudizio di Lega e federale, li abbiamo evidenziati bene e fatti comprendere. Essenzialmente due: il provvedimento di preclusione alla trasferta era stato emanato già il sabato, perché la normativa di settore sostiene che l’isolamento domiciliare vuol dire rimanere al suo domicilio senza poter fare trasferte o viaggio”.
“Era una normativa implicita ma chiara. Espressamente non si possono fare trasferte o viaggi ed è per questo motivo che il Napoli scese dal pullman. Il presidente è la società hanno fatto il loro dovere di cittadini. Se non l’avessero fatto sarebbe subentrato il codice penale. Il Napoli aveva chiesto l’autorizzazione alla trasferta in bolla e l’ASL la domenica ha detto no per ragioni di tutela della salute collettiva, per i rischi che avrebbe comportato la trasferta anche in bolla. Noi abbiamo dimostrato che tutto questo era rilevante, perché altrimenti il Napoli avrebbe avuto il tempo per raggiungere Torino e lo abbiamo dimostrato con carte alla mano. Per me è una grande soddisfazione personale e professionale. La vittoria però non è degli avvocati ma della società e del presidente nella loro condotta lineare. La cosa importante, che ci ha dato maggior soddisfazione, è che noi ci siamo solo limiti a individuare questi due motivi centrali e a portare delle ragioni estremamente valide di fronte a un collegio che ci ha dato disponibilità per ascoltarci. Non è una soddisfazione solo sportivo. Abbiamo restituto a presidente, società, tifoseria e città la propria dignità, violentemente calpestata da decisioni che rispetto comunque perché fa parte del gioco della cose”.
“Impugnando la decisione abbiamo dovuto contestarla. Le regole del giusto processo sportivo impongono la presunzione di buona fede ma la decisione di appello aveva rovesciato questi principi. Si era arrivati alle motivazioni con un procedimento logico quasi invertito. Questi tre indizi della Corte Sportiva d’Appello consistevano nella rinuncia al volo e ai tamponi, cose che invece erano dovute a causa dell’isolamento domiciliare. Infatti è prescritto che nei casi COVID-19 si debba comunicare con le ASL per sapere cosa fare. La decisione di ieri è una decisione assolutamente giusta. Eravamo molto fiduciosi, sapevamo di avere ragioni consistenti. Chiaro che poi questo può innescare malumori. Ma non ci dobbiamo confrontare con questo, solo con la giustizia e la decisione. La ragione che differenzia la situazione del Napoli da altre è che il Napoli ha avuto provvedimenti preclusivi il sabato e la domenica. Violarli voleva dire violare l’articolo 650 del codice penale, con tutte le conseguenze. Juventus può ricorrere al TAR? In via puramente teorica, se vuole fare un ricorso può farlo. Questo ricorso però avrebbe due elementi di forte debolezza: sarebbe un ricorso in violazione del principio di pregiudiziale sportiva. Dice che si può andare solo dopo aver esaurito i gradi di giustizia sportiva. Ma la Juventus non si è mai costituita nei gradi di giustizia sportiva, quindi ci sarebbe difetto. La seconda è che essendo in materia disciplinare sportiva, la Juventus potrebbe chiedere non l’annullamento della decisione ma solo il risarcimento dei danni subiti”.
Fonte tuttosport.com