Sono le curve della vita, e nessuno può pensare di fuggirle. Quelle più tortuose arrivano magari improvvise, dopo un periodo anche lungo nel quale la strada è filata via dritta. Si prenda il caso di Salvatore Sirigu: da quando era rientrato in Italia, e fino all’inizio di questa stagione, aveva fatto filotto. Rendendo consequenziale il ritorno da protagonista in azzurro grazie a prove spesso decisive in granata. Anzi, per tre anni e salvo rare eccezioni il portiere sardo ha alternato ottime gare, ad altre nelle quali i suoi interventi sono stati al limite del miracolistico. Parate come quella effettuata alla prima giornata contro la Fiorentina, volando a deviare sulla linea di porta un colpo di testa di Kouame. Dopodiché l’aria è cambiata, a un lunghissimo rettilineo sono iniziate a seguire tortuose curve. Assieme alle vittorie è sparita l’autostima, e del portiere dei miracoli si sono perse le tracce. Tanto che più volte Giampaolo è andato sui seguenti concetti: «Dopo la prima gara di campionato Sirigu non ha più compiuto parate (la dichiarazione del tecnico post Lazio, ndr)… il nostro problema, se guardiamo ai dati, è la percentuale tra le occasioni create dagli avversarsi e i gol che subiamo: la proporzione è troppo alta (la spiegazione fornita dall’allenatore alla vigilia del derby, ndr)…».
E così, dopo l’inguardabile prova interna contro l’Udinese la scelta di Giampaolo, in vista della trasferta di Roma, è stata l’avvicendamento di Sirigu in favore di Milinkovic-Savic. Una decisione confermata anche per l’incontro successivo, nell’1-1 interno col Bologna. Un periodo di riflessione utile a smaltire le tensioni accumulate in questi mesi, e ritrovare gradualmente quella trascinante determinazione attraverso la quale l’ex del Psg, per tre annate, ha vissuto le partite tra i pali della porta granata.
Sirigu ha ripreso il posto da titolare a Napoli offrendo una prestazione attenta: due parate, bella quella su Zielinski, prima di capitolare due minuti dopo il 90’ sulla pennellata imparabile di Insigne. Adesso ci si aspetta venga confermato, domenica al Tardini di Parma. Sì, il Toro che cerca punti vitali per uscire dall’ultimo posto riaffida le chiavi della porta a Sirigu. Baluardo di una squadra che negli ultimi giorni ha implementato il lavoro per trovare le contromisure alla valanga di gol subiti: fin qui sono stati 32, e nessuna ha fatto peggio (appaiate con 29 reti incassate ci sono Crotone e Spezia). Dopo la prova di Parma sarà tempo di incontrare la dirigenza granata per fare il punto della situazione: il portiere non è contento dell’andazzo, ma non ha ancora preso la decisione definitiva e di sicuro tiene in seria considerazione la possibilità di rilanciarsi nel Toro: palla a Cairo e Vagnati.
Fonte tuttosport.com