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Sofia e Melbourne, una vittoria che cambia la vita

L’universo del tennis femminile è un’enorme costellazione di sorprese. A Melbourne, a brillare più forte, è stata la stella dell’americana Sofia Kenin. Un lampo improvviso, straordinario, accecante. Nel 2019, anno iniziato da numero 52 e chiuso alla posizione numero 12, ha mostrato al mondo intero di che pasta è fatta. Tre titoli (Hobart, Mallorca e Guangzhou) conquistati attraverso un tennis più che mai moderno, ricco di coraggio e talento.

Dopo l’epopea di Serena Williams e l’esplosione della baby-prodigio Cori Gauff, gli Stati Uniti tornano a sognare. “Non sono scioccata da questo risultato – ha dichiarato lei – ma è un sogno che diventa realtà, e io ho sempre creduto di farcela”. Gli Open d’Australia vinti grazie al successo in finale su Garbine Muguruza sono stati la consacrazione e subito sono arrivati illustri riconoscimenti.

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Gli amici Kim e Andy A “cinguettare” per prima su Twitter, dove conta oltre 34 mila seguaci, è stata proprio lei. “Tutti gli anni di duro lavoro e dedizione mi hanno portato qui! Mi sento così speciale, così felice di condividere tutto questo con voi! Queste due settimane sono state fantastiche. Grazie per il vostro sostegno”. Parole vere, sincere, trasparenti.

Miami, 2005. Kim Clijsters, che quell’anno avrebbe vinto nove titoli, accompagna una bimba bionda di appena sei anni a visitare i luoghi dove si sta svolgendo il torneo. Nell’occasione la bimba incontra Andy Roddick, suo idolo e principale fonte d’ispirazione, e mette per la prima volta il naso in quello che presto sarebbe diventato il suo mondo. Quella bimba è Sofia Kenin.

Quindici anni dopo sono proprio queste due leggende del tennis mondiale a congratularsi con lei. L’americano ha twittato solamente il suo nome, accompagnato da numerosi punti esclamativi. “Congratulazioni Sofia per il tuo primo Slam – il messaggio della campionessa belga –, hai dimostrato cosa è possibile fare con concentrazione, duro lavoro e determinazione”.

Le reazioni delle colleghe Giornate intense quelle vissute da “Sonja”, in cui anche tenere a bada la normalità può diventare complicato. “Non sono nemmeno riuscita a controllare i social, vedo che stanno esplodendo e tutte le vostre parole mi riempiono il cuore di gioia”. Bianca Andreescu, Elina Svitolina, Caroline Garcia, Jelena Ostapenko. E poi anche le americane Madison Keys, Sloane Stephens, Jessica Pegula e Shelby Rogers. Tutte le colleghe dell’americana si sono fatte sentire per manifestare il loro affetto virtuale.

Non poteva mancare Billie Jean King, fondatrice della Women’s Tennis Association, nonché una delle più grandi atlete della storia. “Congratulazioni, Sofia. Il futuro del tennis è così luminoso”. Significative, infine, anche le parole di Rennae Stubbs, ex tennista australiana nel circuito per oltre vent’anni. “Sofia Kenin è ed è sempre stata il vero ‘affare’. L’ho detto fin dall’inizio, non ha paura di niente e di nessuno. Non è appariscente, lavora sodo, fa ciò che serve e vince”.

Una passione sbocciata in un’impresa Sbarcata su Instagram ad agosto del 2017, Sofia sta per toccare quota 140 mila followers. Sul suo profilo ufficiale è possibile osservare diversi scatti che la ritraggono in campo (in partita e durante gli allenamenti), in alcuni momenti di relax (come in occasione degli Internazionali BNL d’Italia, quando ha visitato Colosseo e Fontana di Trevi) e nel tempo da dedicare agli sponsor, ormai sempre più numerosi.

Una storia che parte da lontano, dal viale di casa di Pembroke Pines (Florida), dove la piccola Sofia scambiava qualche palla con papà Alexander (suo attuale allenatore) e scopriva la passione per il tennis. Una passione che, giorno dopo giorno, si è trasformata in qualcosa di concreto. La prima posizione in tutte le classifiche under, i Giochi Olimpici Estivi, la Fed Cup Junior e l’Orange Bowl. I riflettori sono tornati ad accendersi e la bimba bionda che passeggiava per Miami tenendo la mano di Kim Clijsters è diventata grande. E crescerà ancora.

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